Sulla lista dei trasformisti tratta da "La comunità ritrovata, Civitavecchia: la politica difficile", di autori vari ed a cura di Patrizio Paolinelli, si registra un intervento di Damiria Delmirani.
Per l'esponente dell'UdC se si vuole rendere un servizio all'informazione non si può strumentalmente mescolare e livellare tutti i politici. Quindi conclude suggerendo al curatore del libro o a chi per lui non solo di completare la stessa lista, ma di nutrirla di giudizi che si fondano su aspetti obiettivi.
"A chi serve riesumare da un libro edito a cura di un tal Paolinelli un elenco di nomi di personaggi politici etichettati dagli autori come trasformisti? Tanto interesse ha destato nell'ignoto telespettatore, in quello spaccato di vita cittadina, quella sequenza di nomi insignificante (così come stilata), incompleta nell'elenco e nella mobilità dei vari soggetti? Chi è colui che ha l'arroganza di giudicare in modo estremamente superficiale e approssimativo i comportamenti, anzi le casacche indossate dai personaggi politici di Civitavecchia?
E' un personaggio immerso nella vita pubblica e nelle abitudini dei soggetti politici di questa città al punto che, dall'alto della sua presunzione, semplifica valori, idee e azioni di uomini con un elenco spicciolo e volutamente omissivo di nomi e di particolari essenziali, indispensabili per dare giudizi? Se si vuole rendere un servizio all'informazione, non si può, strumentalmente, mescolare e livellare tutti. E' necessario completare quella lista e nutrirla di giudizi che si fondano su aspetti obiettivi.
Un elenco siffatto è offensivo per alcuni, gratificante per altri (in quanto si omette una pluralità di passaggi e soprattutto non si aggiorna con lo status di personaggi "famosi" della scena politica cittadina), strumentale, insignificante nel suo stringato contenuto e soprattutto fuorviante per i destinatari della comunicazione.
Entro nel merito delle valutazioni fatte sui personaggi che hanno nutrito la Lista Saladini e che, secondo il curatore del libro o chi per lui, avrebbero appoggiato il centro sinistra. Chi analizza dimentica che quella Giunta non fu di centro sinistra ma di centro e tendenzialmente sbilanciata verso la sinistra. Tanto più che la vera sinistra fu determinante per farla cadere.
Chi ha la presunzione di fare un'analisi storica ha l'obbligo dell'obiettività e non può affidarsi all'approssimazione. Invece, le provenienze di molti sono errate o incomplete. La lista non è aggiornata con i nomi di quei personaggi che, loro si, hanno fatto veri "salti mortali" da sinistra a destra (De Paolis Sandro, Attig) ovvero con quei notevoli personaggi che in epoche passate furono prima fervidi oppositori dei cattolici (ricordo la vergogna che provò questa città in occasione dell'intitolazione della piazza della marina a San Josemaria Escrivà – 15/12/2004 -, promossa dalla scrivente, per i tumulti e le contestazioni di famosi rifondisti), poi, in epoca recente fulminati per la via di Damasco e riconvertiti, hanno aperto al centro cattolico.
Come vogliamo connotare queste evoluzioni?
Inoltre, per dovere di critica, come vogliamo classificare coloro che, con sdoganamento dalle radici, pur rimanendo nella stessa area, non per via dell'abito, ma per via degli accordi trasversali, hanno trombato i loro stessi beniamini? Ovvero che vogliamo dire di chi da un certo schieramento ha appoggiato l'elezione di sindaci dello schieramento opposto?
Chi è stato più deleterio tra questi personaggi?
Chi ha cambiato l'abito ma ha mantenuto le idee, l'equilibrio e l'onestà morale e intellettuale oppure chi ha fatto i propri esclusivi interessi durante le navigazioni e le trasmigrazioni?
All'attento telespettatore o chi per lui ricordo che l'abito non fa il monaco come non garantisce la coerenza e l'onestà di chi lo indossa! Evitiamo di imbrogliare ancora i cittadini con le mezze verità dei soliti ciarlatani!"
Civitavecchia, 27 marzo 2009
Damiria Delmirani