La giornata di venerdì 27 gennaio può diventare l’ennesima di una certa importanza nella controversa e per certi versi incredibile vicenda del cantiere Privilege. Tra quattro giorni, infatti, il Tribunale di Genova sarà chiamato a decidere in merito al fallimento della Marine Goddess, la società costituita in Italia dal magnate nigeriano Nidal Chazi Karameh, che ha sede legale proprio nel capoluogo ligure e che, a quanto pare, presenta una situazione debitoria assolutamente impossibile da sanare.
La Marine Goddess, come si ricorderà, è proprietaria dello scafo P430 che da circa un ventennio fa brutta mostra di sé nell’area della ex Mattonara e che sembra voler quotidianamente rammentare a tutti la grandezza della sòla cui sono state fatte oggetto migliaia di persone e una città intera. Vale infatti la pena di ricordare che legata a quel cantiere e alla costruzione di quello scafo non c’è solo la vicenda legata al sogno di decine e decine di operai che si trovavano a lavorare per la Privilege, ma anche quella, anch’essa più che dolorosa, che ha riguardato il maxi finanziamento concesso da Banca Etruria e che ha contribuito non poco al fallimento dell’istituto di credito e alla perdita di ingenti somme da parte di piccoli e medi azionisti. Questo, comunque, è il passato. Il presente è questo fallimento che può aprire un capitolo nuovo nella vicenda. Lo scheletro del mega-yacht da 130 metri, infatti, potrebbe diventare parte integrante del risarcimento che Marine Goddess deve ai suoi creditori e passare di mano. A quel punto, magari, l’ipotesi di un suo (improbabile) completamento o, meglio ancora, di un definitivo spostamento, potrebbe prendere quota e l’area potrebbe quindi essere definitivamente liberata e messa a disposizione di possibili e auspicabili nuovi operatori, del settore cantieristico e non. Vale anche la pena di ricordare che lo scafo è stato dissequestrato solo due mesi fa dal Tribunale di Lucca, grazie alla non opposizione al blocco del bene manifestata dalla Konig-Royalton, la società maltese che figura tra i maggiori creditori della Marine Goddess, avendole venduto lo scafo successivamente all’acquisizione nell’asta fallimentare e avendo proceduto, per suo conto, ai lavori di messa in sicurezza avvenuti nel 2021. Insomma, per la storia Privilege potrebbero finalmente essere vicini i titoli di coda. Tutto sta a vedere se si tratterà che della fine del sogno della cantieristica, che Civitavecchia aveva accarezzato per lunghi anni, anche come valvola di sicurezza per i tantissimi metalmeccanici locali che non riescono più a trovare collocazione nelle aziende per decenni impegnate nelle manutenzioni all’interno delle centrali termoelettriche.