“Il detto dispregiativo: “Lo scemo di guerra!”. Il concetto dello “scemo di guerra” si è evoluto nel corso dei decenni, passando da una semplice considerazione di disordine psicologico derivante dai traumi bellici a una più complessa comprensione delle possibili cause di tale condizione”. Ad affermarlo è il dottor Giovanni Ghirga nella sua nuova lettera.
“In passato – spiega il medico – lo scemo di guerra veniva considerato una persona il cui equilibrio psicologico era stato compromesso dai tragici eventi vissuti durante la guerra. Tuttavia, oggi sappiamo che questa situazione di salute mentale può essere anche il risultato di una sofferenza cerebrale causata dalle inalazioni di particelle tossiche durante i bombardamenti ripetuti degli edifici e l’esposizione ad esse da parte di coloro che venivano successivamente identificati come scemi di guerra.
Questa nuova comprensione ci porta a riflettere sulle implicazioni etiche e morali legate alla responsabilità nei confronti di coloro che hanno sofferto non solo a livello psicologico, ma anche fisico a causa delle circostanze belliche. È importante considerare i diversi fattori che possono contribuire allo sviluppo di disturbi mentali e fisici nei soggetti coinvolti in situazioni di guerra, al fine di garantire una migliore assistenza e comprensione di tali condizioni”.