“Vogliamo ricordare, in particolare a beneficio delle nuove generazioni, il 25 Aprile del 1945. Si tratta di una data decisiva. Termina la guerra di resistenza e l’Italia è finalmente libera dagli occupanti stranieri così come dal fascismo”. Inizia così una nota firmata da Clemente Longarini, segretario Pd.
“Il 2 Giugno dell’anno successivo, 1946, nascerà la Repubblica Italiana – prosegue Longarini – vorremmo invitare soprattutto i giovani a soffermarsi solo per pochi minuti sul significato che assume per il Paese la data del 25 Aprile. Dopo venti anni di dittatura fascista l’Italia era stremata. Gli ultimi anni erano stati trascorsi in guerra. Il popolo italiano aveva pagato un tributo elevato di vittime. Il conflitto mondiale, nel quale il Paese era stato trascinato, aveva colpito profondamente la nostra economia; l’Italia già arretrata non aveva più una solida rete industriale; le campagne erano per lo più abbandonate; troppe giovani vite erano state strappate a conforto di ideologie aberranti che esasperavano il concetto di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e ambivano a che una razza prevalesse sull’altra. Questa era la cornice nella quale l’Italia ruppe la tragica alleanza che l’aveva vista assieme alla Germania ed al Giappone. In conseguenza della firma dell’armistizio i nazisti occuparono il nostro territorio nazionale. A questo punto si richiede una particolare attenzione: si riesce ad immaginare, anche alla lontana, come doveva essere difficile per giovani, ragazzi e ragazze, che non avevano 20 anni, rinunciare di fatto alla propria innocenza, alla propria giovinezza, alla propria voglia di vita, per imbracciare un arma ed andare in combattimento? La lotta era per cacciare l’invasore tedesco e sconfiggere, in modo definitivo, i fascisti. Era una battaglia di libertà. Fu una lotta sanguinosa. Una lotta di liberazione nazionale alla quale presero parte dai comunisti ai monarchici, per passare ai liberali, ai socialisti e ai cattolici. Ricordare quei giorni, non smarrire la memoria significa mantenere ben salde le radici antifasciste e i principi fondamentali sui quali nacque la nostra repubblica e la nostra democrazia. Vogliamo ricordare quei giovani che hanno dato la loro vita, ai quali dobbiamo le nostre libertà e le condizioni di pace e di benessere, nelle quali abbiamo avuto in buona sorte di vivere. Non vogliamo fare alcun cenno alla campagna elettorale e certamente non abbiamo intenzione di strumentalizzare il 25 Aprile. Il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani, salvo di coloro che vogliono, in maniera anacronistica, richiamarsi alla ideologia fascista o a coloro che amano fare del revisionismo storico, unicamente finalizzato a svuotare di significato la Resistenza. Il 25 Aprile ricorda a tutti noi che, anche nel vivo della più aspra contesa politica abbiamo dei riferimenti comuni ed una carta costituzionale che assieme abbiamo scritto e che detta le regole della civile e democratica convivenza. E’ la festa della libertà e della democrazia. E’ un giorno nel quale dobbiamo tornare a dare valore alla politica. A quella buona. A quella politica per la quale tanti uomini e tante donne hanno sacrificato la propria intelligenza e la propria giovane vita”.