Considerando tutti i fatti fin qui accaduti, è dovuto e necessario un giudizio politico schietto e rigoroso sull’operato dell’Amministratore Unico di ETM e, visto che ci siamo, della classe dirigente.
In tutte questa storia che odora molto di “peculato”, ovviamente se risultassero dei risvolti giudiziari dovrà essere la magistratura a stabilirlo, il fatto eclatante non è tanto la remissione dell’incarico, dovuto alla città e non scelta coraggiosa, o l’uso improprio dei fondi aziendali, quanto la “difesa d’ufficio” che l’Amministrazione Comunale ha trovato congruo mettere in scena teatralmente. Bollare come “leggerezze” le spese improprie sostenute dall’Amministratore Unico di ETM ed associare in primo momento il rigetto delle dimissioni, è il grave punto nevralgico di tutta la storia. La scorsa settimana abbiamo assistito alla solita classe dirigente che maschera le proprie colpe accusando, ovviamente nel tentativo di distogliere l’attenzione dal fatto compiuto, un “cattivissimo me” reo di complottare sulla testa della città, ma non esiste e non è mai esistito un figuro siffatto. Siamo dinanzi ad una classe dirigente di azzeccagarbugli che con il suo operato non fa altro che gettare, in nome di una difesa naturale, un qualunquistico alone di “tanto siamo tutti uguali” su chiunque in questo momento faccia politica. Una classe dirigente che considera la democrazia partecipata un’inutile e rumorosa perdita di tempo. Le spese improprie che l’Amministratore Unico ha sostenuto nell’arco del suo primo anno di incarico sono indice, nel migliore dei casi, di un disarmante pressapochismo nella gestione della res publica. Questa gestione fantasiosa è un vero e proprio schiaffo al mondo lavorativo e in primo piano a quello giovanile. Nella situazione contingente di profonda recessione economica e quindi lavorativa, in un panorama Paese dove il tasso di disoccupazione è in aumento e la disoccupazione giovanile è del 30% (record dall’inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio del 2004), questi comportamenti “leggeri” e l’apparente inesistenza di professionalità e responsabilità vanno a colpire in maniera preponderante l’attenzione e l’indignazione del mondo giovanile. In questa città tutti i ragazzi e le ragazze che abbiano continuato gli studi o che lavorino o che compiano entrambe le cose, dimostrano un grande sforzo e grossi sacrifici nell’affermarsi come cittadini e nel trovare una “precaria stabilità” economica, leggendo i fatti riguardanti ETM si trovano di fronte a una considerazione: c’è chi nasce con la camicia, chi con 510€ di cravatte e chi paga. Qualcuno penserà “beato lui” ma una persona responsabile (in senso letterale italiano non in Scilipotiano…) si rende perfettamente conto che un comportamento del genere non è vita reale, non aderisce alla realtà. Siamo sinceri, come possono tutti i cittadini sentirsi di “pari dignita’ sociale e eguali davanti alla legge “quando un individuo spende (in frivolezze) soldi non suoi e viene pure difeso da chi dovrebbe rappresentare i cittadini stessi? Chi di noi si fermerebbe mai in Autogrill e spenderebbe 175€ in “brindisi”? Pensiamo ai metalmeccanici del nostro Paese che per accumulare tutti i soldi che l’Amministratore Unico ha speso in meno di 5 mesi dovrebbero aspettare circa 9 stipendi, ed è certo che l’uso che ne farebbero non potrà essere lo stesso. Non andrebbero mai a spendere 510€ in cravatte! Chi mai lo farebbe? Chi mai spenderebbe in un solo mese 800€ di cene fuori casa? L’Amministratore Unico di ETM.
175€ in “brindisi” = 6 stipendi di giovani camerieri
510€ in cravatte = 1 assegno per meriti di studio
252€ in abbigliamento femminile = il pasto per un anno ad una mensa di scuola materna
800€ in pizza/rosticceria/tavola calda = 2 abbonamenti annuali studenti per il trasporto
nella Regione Lazio
300€ in piante e fiori = la spesa per due bollette
927€ all’Apple Store = stipendio di un metalmeccanico
Tutta questa discussione sarebbe vana se non stessimo parlando di soldi pubblici, soldi della Comunità, soldi nostri.
Giovani Democratici di Civitavecchia e Associazione “25 Aprile”