Dopo 18 anni sulla poltrona più importante della Compagnia Portuale Civitavecchia, Enrico Luciani lascia. Nel corso di una conferenza stampa, dove non sono mancati i momenti di commozione, l’ormai ex presidente della CPC ha ripercorso i momenti salienti della sua presidenza, con un filo conduttore legato alle lotte per la dignità del lavoro e dei lavoratori. Si è arrivati fino ai giorni nostri, con la Compagnia Portuale che è riuscita, spiega Luciani, a chiudere con un piccolo attivo il 2020, nonostante il crollo del 60% delle entrate a causa dei problemi legati alla pandemia. Luciani lascia il testimone al suo vicepresidente Patrizio Scilipoti, in vista delle elezioni in programma mercoledì, a cui augura il meglio per il raggiungimento degli obiettivi prefissati con un abbraccio al termine della conferenza.
“Non lascio, ma raddoppio – afferma Luciani – con nuove avventure che mi aspettano altrove. Non sarò in compagnia ma avrò comunque un altro ruolo”. Anche se non specificato dall’ormai ex presidente della Cpc, appare definito il passaggio alla Cilp, la società nata dalla costola della Compagnia Portuale.
“Sono orgoglioso di quello che ho fatto in questi anni – ha affermato Luciani – con una Cpc giovane ma consapevole della propria forza e del proprio valore. Siamo cresciuti, nonostante sul cammino ci siano state forze avverse e nonostante un inizio difficile. Sono stati anni di lotta, sia nella gestione del lavoro che della manodopera. Il nostro pool ha creato un sistema che ha funzionato benissimo, e che è stato preso a modello da altri porti in Italia e anche in Europa. Abbiamo puntato sulla cura delle professionalità di questi ragazzi, e per il futuro bisognerà raggiungere un altro obiettivo, e credo che Patrizio (Scilipoti) ci riuscirà della patente europea del portuale. Abbiamo puntato sulla stabilizzazione del lavoro, evitando quello interinale e quindi precario. Abbiamo, in sostanza dimostrato, che non c ‘è solo il profitto, ma prima c’è la soddisfazione e la felicità dei lavoratori. Ci hanno detto che siamo un partito-azienda, ma hanno sbagliato l’ordine: siamo un’azienda cooperativa, che ha portato il suo modello all’attenzione delle istituzioni. Abbiamo sempre difeso il salario e i diritti dei lavoratori e credo che questo debba continuare ad essere il primario obiettivo di chi mi seguirà. Il futuro? Sarà bellissimo, così come è stata bellissima questa avventura alla guida della Cpc con tanti traguardi raggiunti sia nel lavoro che nello sport, anche grazie all’aiuto di amici fraterni, qualcuno come Sergio Presutti che non c’è più. il futuro sono questi giovani, forti e preparati. Sul mio vice, vado sul sicuro: è bravo, attento sui problemi della città e del porto ed è anche un riferimento in consiglio comunale. Sono state tante le questioni che abbiamo affrontato, e oggi posso dire di avercela fatta. Lascio con orgoglio e mi aspettano nuove sfide. Intanto, il prossimo anno, mi aspetto grandi festeggiamenti per i 125 anni della nostra Compagnia”.
Nel finale, Luciani ha parlato dei cambiamenti che ci sono stati in porto nel corso degli anni e prospettato un futuro nel quale crocierismo, Autostrade del Mare e traffici commerciali siano al centro “del porto di Roma”.