"Il caso di Civitavecchia, dove la crisi sta portando la città verso una emergenza occupazionale senza precedenti, è emblematico per smascherare la politica del governo Berlusconi". A dichiararlo è Enrico Luciani, coordinatore dell'Mps e presidente della Commissione Mobilità della Regione Lazio.
"La ripresa dei lavori della strada Civitavecchia-Capranica-Viterbo-Orte di queste settimane – continua Luciani – è da attribuirsi esclusivamente grazie all'interesse e al finanziamento da parte della Regione Lazio, mentre il governo nazionale non ha provveduto a stanziare la parte a suo carico cioè il finanziamento per il completamento dell'opera. Oggi quindi il cantiere interessa solo 7 km per un totale di 800 giornate lavorative. Questo aspetto non è affatto trascurabile visto che la strada completa rappresenterebbe un immediato intervento per creare occupazione oggi ed un volano per lo sviluppo del territorio a partire dal porto. Come si può- prosegue quindi Luciani- senza essere in mala fede, pensare ad un rilancio del territorio e delle sue attività produttive se non si stabilisce un piano di interventi strutturali che guardi al futuro? Come si può pensare che il Porto possa crescere e svilupparsi in termini di merci e di container con le attuali strutture, o con quelle che qualcuno sogna, se poi le infrastrutture intorno sono del tutto inadeguate ad una realtà che vuole essere di rilievo internazionale? La dimostrazione c'è stata proprio ieri, quando un incidente sulla strada che collega l'Aurelia a Monte Romano (e poi arriva a Viterbo) ha bloccato il passaggio per oltre 3 ore. I cittadini e soprattutto i trasportatori di merci sono stati costretti a percorrere strade di montagna e i disagi sono stati inimmaginabili. Episodi come questi tra l'altro sono frequentissimi. Per questo – spiega Luciani – dico che serve al più presto stabilire linee di intervento adeguate che possano salvare posti di lavoro oggi e garantire lo sviluppo del comprensorio. Una premessa fondamentale per creare lavoro stabile a Civitavecchia. Il governo nazionale e il centro-destra locale non hanno fatto nulla per ragionare sul lungo periodo. Anzi si è provveduto ancora una volta a stringere in una morsa i cittadini e i lavoratori che rischiano il posto per la chiusura di TVN. Bene fa la CGIL quando denuncia con forza che la riconversione a Carbone, anche a TVS è una soluzione studiata a tavolino per porre i cittadini di fronte ad un ricatto che interessa l'occupazione, ma che già con TVN abbiamo potuto appurare essere un inganno. Certo, stando così le cose non mi stupirei se per far fronte "all'emergenza" di volta in volta alimentata non si aspetti il momento per proporre anche la riconversione del quarto gruppo a TVN e poi magari anche la combustione del cdr nella stessa centrale. Non mi tranquillizza neanche quanto emerso sui Tg locali, secondo cui chi è conosciuto come il Sindaco del Carbone è, oggi, promosso ad una carica di altissimo prestigio come quella di membro della commissione che si pronuncerà sulle linee di sviluppo dell'Italia. Diciamo che almeno qualcuno ha potuto garantirsi, con la riconversione a carbone di TVN, una carriera brillante e stabile. Una lungimiranza che lascia sconcertati, noi e chi oggi è a rischio disoccupazione".