A tre giorni dal voto delle elezioni europee le cose al Pincio vanno di male in peggio. C'è chi usa qualche cautela, ma la diplomazia non cambia i fatti. A due anni dall'elezione di Moscherini l'agenda politica continua a essere dettata dai dissapori interni, dalle lotte intestine, da strumentalizzazioni di ogni sorta. Cioè esattamente tutte quelle cose che dopo la caduta di Saladini si era giurato e spergiurato che non sarebbero più accadute. Con buona pace dei problemi dei civitavecchiesi.
Il pensiero che il quotidiano Il Messaggero oggi ha attribuito al presidente del consiglio Francesco Cappellani, ovvero la necessità di far fuori Udc e Italia dei Valori dalla giunta, non è piaciuto al leader del partito di Antonio Di Pietro, Alvaro Balloni, il quale ha detto che "per Civitavecchia non possono valere le considerazioni di carattere nazionale in merito alla collocazione dell'Idv poiché si tratta di una situazione particolare, di crisi, con finanze in forte difficoltà". Anzi per Balloni è il momento di "allargare ulteriormente la coalizione a chiunque voglia contribuire". Insomma, mentre l'assessore Aldo De Marco dichiara chiusa la stagione delle larghe intese, per Balloni le intese sono ancora troppo strette. Per il futuro si vedrà ma certo – dice Balloni – "non faremo favori a nessuno", e l'avvertimento qui è per il centro-sinistra. Da parte sua il presidente Cappellani ha dichiarato non solo di non aver mai detto quanto supposto da Il Messaggero, ma neppure di averlo pensato, e che "le questioni di coerenza politica si affronteranno al momento debito, e cioè prima delle regionali", aggiungendo che "tutto, anche l'attuale maggioranza, è perfettibile". Insomma, larghe intese verso la chiusura anche per lui, ma al momento giusto, per quanto ciò non basti a trovarsi d'accordo con l'assessore De Marco, che Cappellani invita a lavorare meglio, confidando in un eventuale giudizio del sindaco. Dall'Udc Marco Di Gennaro rimanda i commenti a eventuali e più chiare prese di posizione di Cappellani. Ma le preoccupazioni per alcuni fedelissimi di Moscherini, un tempo fedelissimi di De Sio, arrivano anche da fuori la coalizione, da quel movimento Freedom proprio di De Sio, contro il quale oggi si scatenano i consiglieri di An Annita Cecchi e Claudio La Camera. Accusano De Sio e Fabiana Attig di invidia, incapacità e infantilismo, ricordando "i pessimi risultati che il centro-destra ebbe alle elezioni che seguirono la caduta di De Sio, che furono i più bassi della storia".