Il Signor Pasquale Marino, e tutti gli altri che conoscono poco l’argomento, sono pregati di documentarsi prima di parlare e leggersi, se hanno tempo, la vera storia di questa vicenda.
Alcune brevi osservazioni sul suo intervento.
Signor Marino, la camera ha funzionato, regolarmente, dal 1° febbraio 1998 al 31 dicembre 2005, senza alcun bisogno di un presidio sanitario di “eccellenza”. Oggi è, ugualmente in grado, una volta completato l’ampliamento della struttura, di funzionare allo stesso modo.
Ad eccezione delle camere situate in strutture ospedaliere, tutte le altre in Italia, da anni funzionano come quella che abbiamo gestito noi. Tutte le altre chiacchere stanno a zero, comprese quelle del prof. Peris che, a noi, non risulta abbia mai fatto sopralluogo sulla struttura che ci è stata consegnata per gestirla. Il problema del Port Hospital (contro il quale non abbiamo nulla ed, anzi, auspichiamo la realizzazione, con la gestione della camera iperbarica non c’entra nulla. Lo sanno bene l’avv. Sacco, il sindaco Moscherini che, è bene ricordarlo, è stato colui, e soltanto lui, a credere alla iniziativa della nostra associazione facendo si che nel 1997 fosse realizzata l’intera struttura iperbarica.
Facciamo, se volete, un incontro pubblico (come facemmo noi nel 1997 nel corso di un Convegno al quale, come relatori, hanno partecipato i maggiori esperti della medicina iperbarica italiana) e affrontiamo, seriamente l’argomento.
Concludo, con un solo fatto: quanto sarebbe costato alla comunità italiana la possibile paralisi degli arti inferiori, di un finanziere di mare al quale, per oltre 7 ore, poco tempo dopo l’incidente, è stata praticata dalla nostra camera iperbarica la ossigenoterapia per una “embolia spinale”?
Per favore, prima di intervenire sull’argomento, leggetevi la storia della camera iperbarica di Civitavecchia:
L’Associazione, in collaborazione con i Comuni di Civitavecchia e Santa Marinella, effettuò dal 1994 al 1997 il servizio di assistenza ai bagnanti sulle spiagge libere del litorale. In quegli anni oltre 2000 furono i salvataggi effettuati dai volontari (bagnini e sommozzatori) che permisero all’Associazione di mantenere vivo il ricordo di Francesco. Nel 1997, l’associazione modificò il suo nome nell’attuale denominazione “Associazione Volontari Francesco Forno”.
La nostra Associazione è iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato, sezione Sanità, con Decreto n. 951/99 del Presidente della Giunta Regionale del Lazio, dal 25 giugno 1999.
Nel corso di tali anni furono promosse, inoltre, una serie di iniziative, nell’intero ambito regionale, per realizzare a Civitavecchia un centro iperbarico che permettesse di salvare ulteriori vite umane, vista la carenza di tale struttura, la più vicina delle quali si trovava a oltre 100 chilometri. In seguito a tali iniziative (con finanziamenti iniziali da parte del Comune di Civitavecchia per 90.000.000 di lire, dell’Autorità Portuale di Civitavecchia per 35.000.000 di lire, Comune di Tarquinia per 5.000.000 di lire, Banca Nazionale del Lavoro per 5.000.000 di lire – tutti incassati, ad eccezione di quelli del Comune di Civitavecchia), la nostra Associazione ordinò la camera iperbarica per un costo di 300.000.000 di lire. A quel punto l’Autorità Portuale di Civitavecchia decise di intervenire direttamente nell’iniziativa completando il progetto con una spesa complessiva di oltre mezzo miliardo di lire.
Nel 1998 fu realizzato, all’interno del porto commerciale di Civitavecchia, banchina 16, un presidio di primo soccorso, fornito di una camera iperbarica a 8 posti in camera principale e 2 in camera di equilibrio, utilizzabile sia per emergenze che per la ossigenoterapia per diverse patologie, quali embolia gassosa arteriosa, malattia da decompressione, intossicazione da monossido di carbonio, sordità improvvisa, patologie retiniche, fratture a rischio di scarso consolidamento, malattie da decompressione, ecc..
La struttura, dalla sua realizzazione, febbraio 1999 e fino al settembre 2005, è stata affidata dall’Autorità Portuale alla nostra Associazione, con una convenzione firmata il 31 dicembre 1998. Nel corso di quegli anni sono stati effettuati numerosi interventi di emergenza, alcuni
piuttosto importanti, ed alcune sedute di ossigenoterapia. Tutte le prestazioni sono state eseguite dai volontari dell’Associazione in forma gratuita (medici, infermieri, tecnici, ecc.).
L’attività di soccorso fu svolta attraverso l’Autorizzazione Sanitaria, prot. 9627, rilasciata dal Sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, su parere favorevole dell’Azienda Sanitaria RMF.
Nel corso degli anni di gestione della struttura iperbarica da parte della nostra Associazione, l’Azienda Sanitaria RMF con la delibera 337 del 12 marzo 2002, firmata dal Direttore Generale Dino Cosi, recepiva il Protocollo d’intesa tra l’Autorità Portuale, presidente Moscherini, e la ASL RMF, con il quale, alla lettera A si conveniva che l’Autority realizzava a sue spese, in ambito portuale, una sede definitiva ove collocare tutte le strutture sanitarie – camera iperbarica compresa – dedicate alla gestione di un presidio, modernamente strutturato, anche con l’intervento della Croce Rossa Italiana alla quale sarebbe stata assegnata un’ambulanza.
Con la Delibera n. 406 del 1° agosto 2002 del Commissario Straordinario Maura Moreschini, invece, la RMF aveva deciso di gestire la camera iperbarica di proprietà dell’Autorità Portuale, con una spesa annua di 385.000,00 euro.
Queste delibere rimasero lettera morta e non ebbero seguito.
Il 13 settembre 2003, presso il Maschio del Forte Michelangelo, il Presidente della Regione Lazio, on.le Francesco Storace, che era stato interessato direttamente dalla nostra Associazione della problematica legata alla gestione della camera iperbarica, era intervenuto alla presentazione ed alla firma della apposita convenzione, del progetto per la realizzazione del “Centro di Medicina del Mare” che prevedeva la realizzazione di un Polo di Eccellenza di Medicina del Mare. La convenzione fu firmata tra l’Azienda Sanitaria Locale RMF (Commissario Straordinario Domenico Pasta e Direttore Sanitario Giuseppe Quintavalle – che riveste in questo periodo lo stesso ruolo sempre presso la RMF), l’Autorità Portuale (presidente Giovanni Moscherini, il Comune di Civitavecchia (sindaco Alessio De Sio) e controfirmato dal Presidente della Giunta della Regione Lazio.
Sarebbe dovuto essere un centro di medicina polifunzionale per il trattamento primario delle patologie che necessitano di prestazioni iperbariche, nonché per una serie di specialità cliniche e chirurgiche erogabili ambulatorialmente ed un centro di formazione specializzato.
La struttura, prevista nella attuale ubicazione della camera, dopo il suo trasferimento dalla banchina 16, prevedeva anche un eliporto (su un’area di 1.200 mq.) ed un’area di 3.300 mq. destinata ad ospitare il polo d’eccellenza ed il trasferimento all’Azienda Sanitaria RMF, senza alcun onere, della proprietà della camera iperbarica, che si sarebbe dovuta accollare la gestione del servizio sanitario. Era stato previsto anche il finanziamento, a fondo perduto, di € 500.000,00 per la realizzazione del manufatto. L’assistenza tecnica e progettazione era stata assegnata all’Agenzia Sviluppo Lazio. La convenzione, prevedeva, inoltre che il Polo di eccellenza sarebbe stato dedicato al giovane subacqueo “Francesco Forno”.
L’Agenzia Sviluppo Lazio predispose il progetto (a carattere europeo, e che è costato 70.000,00 euro gettati al vento) che prevedeva una società mista tra l’Azienda Sanitaria RMF (sempre senza oneri per la stessa, a parte il versamento del 50% del capitale sociale, previsto in 100.000,00 euro) e operatori privati ai quali veniva demandata la effettiva gestione della struttura polispecialistica, con i relativi oneri e rischi.
L’intero progetto era stato approvato con la Delibera n. 1414 del 30 dicembre 2003 dall’Azienda USL RMF, ed era stato autorizzato dalla Giunta Regionale del Lazio con la Deliberazione n. 1183 del 3 dicembre 2004.
Il progetto è stato accantonato, in seguito alla mancata rielezione dell’On.le Storace alla Presidenza della Regione Lazio, ma non risulta che la Delibera Regionale sia stata mai abrogata.
L’11 luglio 2008 è stato firmato un Protocollo d’intesa tra l’International Port Hospital srl, Croce Rossa Italiana, Associazione Volontari Francesco Forno ed il Comune di Civitavecchia, sindaco Moscherini, attraverso la sua Delegata, avv. Roberta Sacco. In virtù di tale accordo, la Croce Rossa avrebbe dovuto gestire, alla sua riapertura, la camera iperbarica ed un presidio medico di primo intervento. La nostra associazione autorizzava l’uso del nome di Francesco Forno nella intitolazione della struttura, mentre l’International Port Hospital, una volta realizzato l’ospedale in ambito portuale (iniziativa da tempo all’attenzione dell’Autorità Portuale, ma di cui non si conosce ancora alcun esito), avrebbe inserito al suo interno la camera iperbarica e la gestione della stessa da parte della Croce Rossa.
Successivamente, nella stessa estate 2008, l’Autorità Portuale effettuava un bando pubblico richiedendo, a chi fosse interessato, di partecipare. La nostra Associazione, sulla base del protocollo firmato l’11 luglio, non partecipava al bando, al quale, invece, prendeva parte la Croce Rossa. Il 30 settembre 2008, con Delibera n. 66 il Comitato Portuale esprimeva parere favorevole al rilascio della concessione demaniale per l’affidamento e la gestione di un presidio medico con camera iperbarica alla Croce Rossa Italiana.
Prima dell’intervento di “Striscia la notizia” (novembre 2009), in diverse occasioni la nostra Associazione aveva sollecitato la Croce Rossa ad attivare il servizio sulla base della delibera del Comitato Portuale.
Solo al termine dell’intervento di “Striscia la notizia” sulla mancata apertura della camera iperbarica, avevamo comunicato al Presidente Ciani la disponibilità dell’Associazione, in presenza di un disimpegno della Croce Rossa, ad assumere la gestione della camera iperbarica.
Nel febbraio 2010, la Croce Rossa comunica formalmente all’Autorità Portuale la sua rinuncia in quanto “la camera iperbarica non era a norma di legge”. Al riguardo, è bene precisare, che solo nel dicembre 2009 (dopo 15 mesi dall’impegno assunto), la Croce Rossa si accorgeva che la struttura non era a norma, dopo essersi completamente disinteressata in precedenza.
Nello stesso mese di febbraio, la nostra Associazione si proponeva ufficialmente per la gestione della struttura, premettendo, comunque, che tutti gli oneri per la messa a norma di tutta la struttura dovessero far carico all’Autorità Portuale e provvedendo alla loro quantificazione e coadiuvando la stessa Autorità Portuale negli adempimenti di carattere formale, per i quali, nell’agosto 2010 riceveva l’assegnazione provvisoria della struttura.
Nel mese di settembre 2010, tutte le autorizzazioni di carattere tecnico riferite alla camera iperbarica ad all’impianto tecnologico di supporto erano acquisite, mancando solamente l’adeguamento strutturale e l’acquisto di una serie di arredi indispensabili per la corretta gestione amministrativa.
Tra il mese di novembre e dicembre 2010, l’Associazione presentava al Comune di Civitavecchia, alla Regione Lazio, all’Azienda Sanitaria RMF la formale istanza per il rilascio dell’Autorizzazione all’esercizio ai sensi della legge Regione Lazio n. 4 del 3 marzo 2003 per l’attività specialistica di “centro ambulatoriale di emergenza iperbarica e di ossigenoterapia iperbarica”, corredata da 17 documenti necessari per la valutazione da parte degli Organismi preposti. A tale domanda, ad oggi, non risulta ancora essere stata convocata la Conferenze dei servizi che dovrà esprimersi sulla stessa.
Due giorni fa, in risposta ad una lettera di sollecito della scrivente Associazione, per il completamento dei lavori a suo tempo previsti, quantificati e appaltati, l’Autorità Portuale chiedeva, preliminarmente, che Comune, Regione ed Asl approvino il progetto esecutivo per il completamento della struttura iperbarica.
L’Associazione, contestualmente alla stesura della presente relazione, ha predisposto formale istanza al riguardo che verrà presentata lunedì 14 corrente mese.
Gianfranco Forno