Sono 15.000 i giubbotti confezionati utilizzando pelli di procione, specie protetta, importati illegalmente dalla Cina, sequestrati questa mattina in porto dall’Ufficio delle Dogane e dal Corpo Forestale dello Stato. I giubbotti, una volta immessi sul mercato avrebbero fruttato circa 800.000 euro. L’operazione rientra nell’ accordo tra Agenzia delle Dogane e Corpo Forestale dello Stato denominato “Operazione Rascal”.
I capi d’abbigliamento, sequestrati nell’area del terminal container, viaggiavano all’interno di un contenitore sulla nave “Malaga” proveniente dal porto di Shanghai, che in precedenza aveva fatto scalo nel porto di Gioia Tauro. Le destinazioni finali per la commercializzazione dei giubbotti erano Prato e Roma. In casi analoghi tali prodotti prima della commercializzazione sono rietichettati con il marchio “made in Italy” in violazione della legge. Inoltre i giubbotti erano dichiarati per un valore di cessione molto inferiore ai valori commerciali normalmente praticati, cosa che ha attivato gli uffici doganali ad ulteriori approfondimenti o sulla falsa dichiarazione del valore o sulla provenienza illecita delle pelli. Sui capi sequestrati saranno effettuate analisi mirate ad accertare se gli stessi siano stati trattati con sostanze potenzialmente nocive per la salute o comunque non autorizzate dalle norme sanitarie comunitarie. I giubbotti non erano accompagnati dalla necessaria documentazione di origine che ne comprova la provenienza legale e che, soprattutto, garantisca che gli animali non provengano da uccisioni illegali e sevizie. Il personale della Forestale, in questi casi, è chiamato a verificare che le parti di pelli non provengano da allevamenti illegali e da catture mediante trappole o altri mezzi che causano sofferenza agli animali, come stabilito dalla recente legislazione europea. La sanzione prevista dalla legge per il commercio del procione è l’arresto fino ad un anno e l’ammenda da 10 a 100 mila euro. Il procione è originario del Nord America, ed è un mammifero che oggi, reintrodotto nei secoli in Europa, vive nei boschi della Germania e della Francia e viene massicciamente utilizzato in Oriente per la sua pregiata pelliccia.