Insoddisfatti i commercianti dell'area denominata "La Palmetta" in Piazza Regina Margherita delle risposte date dal Sindaco nella conferenza stampa svoltasi giovedì e, ancora meno soddisfatti, dalle dichiarazioni apparse sulla stampa del delegato Fabrizio Reginella.
Con una lettera aperta, i commercianti tornano a chiedere con forza un incontro con il sindaco per discutere la ristrutturazione del mercato per la parte che li riguarda. In una lunga e motivata esposizione, seguita da tante firme, molte delle quali di cittadini stranieri, si dichiarano favorevoli ai lavori ma vorrebbero conoscere nei dettagli il progetto ed affermano che li interessa che il mercato si presenti "bello" ma, vorrebbero che fosse anche "funzionale". Ritengono che la proposta di trasferire i loro banchi a piazza XXIV Maggio, secondo quanto indicato nella presentazione del piano di ristrutturazione, presenta una serie di elementi negativi, sui quali chiedono precisazioni ed eventualmente delle modifiche. Noi ci battiamo non solo per i nostri interessi, ma anche per tutti i cittadini che su questa questione non sono stati minimante interpellati. Riferendosi poi alle espressioni del sindaco che sosteneva che per avere il bello bisogna fare dei sacrifici, rispondono che "noi sappiamo benissimo cosa sono i sacrifici e poiché ne abbiamo fatti molti, non vorremo vederli andare in fumo perché non si è tenuto conto delle nostre esigenze". Forte preoccupazione, dunque, ma disponibilità a dialogare e a trattare, come espresso questa mattina nell' intervista rilasciata al nostro telegiornale da alcuni ambulanti. Sono intervenuti anche Maria De Fazi per l'antico Mercato e Bartolozzi in rappresentanza dei negozianti della piazza che temono che i lavori che si protrarranno per un periodo di 8/12 mesi potrebbero seriamente compromettere la loro attività anche per la mancanza di parcheggi nelle adiacenze per un periodo così lungo. E tutto questo – hanno sottolineato – in una situazione di grave crisi che si è già abbattuta pesantemente sul settore del commercio."Continueremo la nostra civile protesta finché non saremo ricevuti e se un domani le cose dovessero degenerare, la colpa non potrà essere certamente fatta ricadere su di noi".