“Barbari è il termine giusto per chi è riuscito a distruggere in dieci anni uno dei luoghi di socialità ed economia di questa città”. Richiamando, come avvenuto nel consiglio aperto della settimana scorsa il re ostrogoto Totila, Tullio Nunzi torna a parlare di mercato. Secondo l’x presidente della Confcommercio di Civitavecchia, il ritardo nella riqualificazione di Piazza Regina Margherita è frutto della semplice sciatteria politica e del mancato rispetto e considerazione nei confronti di imprese che in questa città sono primarie per numero, occupazione e contributo al pil.
“Per il ritardo – spiega Nunzi – si poteva sperare in problemi riguardanti la sovrintendenza, problemi di salvaguardia artistica; invece semplicemente si tratta di sciatteria, semplice sciatteria politica e mancato rispetto e considerazione nei confronti di imprese che in questa città sono primarie per numero, occupazione e contributo al pil.
Questo ha dimostrato il consiglio comunale aperto dove l’ira, sacrosanta, e la sfiducia degli ambulanti si è toccata con mano.
Non esiste un progetto, niente è stato mostrato agli operatori, nemmeno attuati semplici interventi di pulizia, arredo urbano, per mettere fine ad una situazione drammatica che fa pensare ad un “complotto” nei confronti di quello che è stato un vero sistema commerciale integrato, un perfetto sistema commerciale naturale, volano economico per l’intera citta, centro sociale e storico, impossibile da comprendere per chi non è di Civitavecchia.
Esistono parallelismi tra la ristrutturazione del mercato e l’outlet ipotizzato dalla giunta grillina. Quest’ultimo attuato, nonostante il netto rifiuto di commercianti, associazioni di categoria, cittadini, indagini demoscopiche, ma almeno si salvava un bilancio anche se si rischiava di affossare una categoria. Anzi si operava senza ascoltarla e coinvolgerla.
Per il mercato nessuno ha mai convocato gli operatori per mostrare uno straccio di progetto. Perché qui sta il problema; la scarsa considerazione per gli operatori del terziario sia nell’uno che nell’altro caso. Operatori da sempre reputati sussidiari, nonostante i numeri dicano esattamente il contrario.
La soluzione a mio avviso, in un caso che ormai sfiora la vergogna, sarebbe quella di indire una assemblea, mostrare un progetto definitivo, sempre che ne esista uno, farla approvare dalla categoria a maggioranza e quel progetto, approvato, “bollinato” dagli stessi operatori dovrà essere portato avanti anche ed obbligatoriamente dalle giunte successive.
Nel migliori dei casi comunque arriveremo al compimento dei quindici anni per una semplice ristrutturazione, completata nelle civili città in due o tre anni. Altro che alzare la voce, sarebbe di avviare “eclatanti proteste” come assicurava Confcommercio per l’outlet o ricorrere alla autorità giudiziaria come per Csp.
Durante il consiglio comunale aperto è scattata una sinapsi con il nome di Totila, il barbaro ostrogoto che nel 546 conquistò Roma attraverso porta Asinaria.
Barbari è il termine giusto per chi è riuscito a distruggere in dieci anni uno dei luoghi di socialità ed economia di questa città”.