Una giornata di astensione della Camera Penale “Attilio Bandiera” di Civitavecchia per ribadire l’emergenza del sovraffolamento nelle carceri. Nella conferenza stampa che si è svolta questo pomeriggio nella sua sede presso il Palazzo di Giustizia si è discusso delle condizioni di vita dei detenuti nel nostro Paese e in particolare negli istituti penitenziari locali.
“Stando ai dati nazionali – ha spiegato l’avvocato Pietro Messina, Presidente della Camera Penale – la situazione è vergognosa: si sono registrati 53 suicidi solo quest’anno e sono in corso delle cause per il danno biologico causato dalle condizioni di ristrettezza in cui i detenuti sono costretti a vivere. Siamo di fronte, in primis, a un’estremizzazione della custodia cautelare in carcere, che interessa il 40% dei detenuti. E’ necessario investire nei sistemi delle pene alternative, dalla messa in prova alla detenzione domiciliare. E’ stato dimostrato che i rei che vengono rieducati attraverso queste modalità presentano una recidiva bassissima. Ovviamente, invece, l’obiettivo principale resta la depenalizzazione, ossia lo sgravio dei processi e il loro rimodellamento. Solo questo può incidere significativamente sulla sicurezza”.
“Attualmente – ha sostenuto la dottoressa Silvana Sergi, direttrice della Casa Circondariale Aurelia – ospitiamo 650 carcerati, quando la capienza massima è di 450. Abbiamo dunque 200 detenuti in più. La perimetrazione è cambiata, i rei non vengono più chiusi in celle strette per tutta la giornata, ma ribadisco la necessità di puntare sulla depenalizzazione e dare un’informazione corretta e trasparente”.
“Da noi sono presenti 130 detenuti, quasi tutti recidivi – ha evidenziato la dottoressa Patrizia Bravetti, direttrice della Casa Penale di via Tarquinia – e non potremmo ospitarne di più, ma non c’è sovraffollamento. La casa circondariale deve essere comunque l’extrema ratio, così come previsto dalla legge. E’ necessario investire sulle strutture per le pene alternative, non ha senso detenere, ad esempio, persone con disagi di tossicodipendenza o con problemi mentali. Il carcere non è attrezzato per questo tipo di disagi, ma solo per chi ha commesso dei reati”. Nell’ambito della conferenza, infine, sono stati diffusi i dati relativi ai detenuti presenti nelle carceri italiane al 30 settembre 2012. Il Lazio è al quarto posto con 7171 carcerati, dietro Lombardia, Sicilia e Campania.