Apprendiamo con perplessità e sconcerto la presentazione dell’ambulatorio di “circoncisione rituale maschile” in prossima apertura negli ospedali della ASL RMF (Bracciano e Civitavecchia), che permetterà a persone di fede ebraica e musulmana di usufruire di una equipe di chirurghi ed anestesisti per mutilare il proprio corpo a fronte del pagamento di un minimo contributo e con la compensazione dei costi da parte del SSN.
La Sanità pubblica sta attraversando un momento di assoluta criticità: una linea politica (che non ha risentito dei passaggi di testimone Monti-Letta-Renzi) che ha abbandonato qualsiasi parvenza di programmazione sanitaria, equiparando di fatto il diritto costituzionale alla salute alla crisi finanziaria del Paese; il Ministero dell’Economia e delle Finanze (alle cui decisioni è di fatto subordinata la programmazione sanitaria) ha applicato tagli alla Sanità pubblica ufficialmente stimati in 25 mln di euro ma che di fatto si prevedono (Conferenza Stato-Regioni) prossimi ai 30 per il periodo 2012-2015, confermando un trend governativo che va a favore di risposte private e di intermediazione assicurativa e finanziaria alla richiesta di assistenza sanitaria della popolazione.
Nel recente “Rapporto Oasi 2013” dell’Università Bocconi si legge che senza investimenti e con questi budget, la Sanità è a rischioe si spiana la strada all’intermediazione assicurativa e finanziaria dei privati, senza alcun cenno alla necessità di identificare e ridurre gli sprechi che si annidano a tutti i livelli e che secondo stime realistiche ammontano ad oltre 20 milioni di euro all’anno, e tra cui annoveriamo serenamente l’apertura di questo ambulatorio.
A fronte di queste considerazioni, ci sembra quantomeno inopportuno investire soldi pubblici (che ricordiamo vengono dalle nostre tasche) per l’attivazione e la sovvenzione di strutture che nulla hanno a che fare con la nostra cultura e tradizione, affermando serenamente a quanti salutano questo evento come una vittoria dell’uguaglianza multirazziale, che è proprio il SSN a garantire da 35 anni una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza di tutti i cittadini italiani e per questo non va distrutto.
Lo stesso Comitato Nazionale per la Bioetica ha affermato (come riportato sul sito del Governo Italiano) che “non esistono ragioni di carattere etico e sanitario che debbano indurre lo Stato a porre a carico della collettività le pratiche di circoncisione maschile di carattere rituale”.
Ci sembra strano e paradossale che l’unica forza politica che ad oggi si è apertamente espressa contro l’apertura di questo ambulatorio sia stata Forza Nuova con un comunicato del responsabile di Civitavecchia Giannino, mentre le altre figure politiche tacciono complici.
Il Sindacato Italiano preannuncia forme di protesta nel momento in cui questo servizio diverrà effettivamente attivo sul territorio.
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Alessio Minadeo
Segretario Confederale SI-CEL Sanità Pubblica