“Non penso minimamente alle dimissioni, anche perché nella relazione della Corte dei Conti si parla in gran parte di situazioni alle quali abbiamo già risposto positivamente”. E’ il Pasqualino Monti pensiero, quello espresso questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata in fretta e furia dopo il clamore suscitato dall’articolo pubblicato sulla pagina romana del quotidiano “La Repubblica”, nel quale si parlava di bocciatura da parte della magistratura contabile nei confronti della gestione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia.
L’attuale commissario di Molo Vespucci ha parlato di campagna di stampa orchestrata da un personaggio noto e si è detto assolutamente tranquillo. “Quello della Corte dei Conti è un classico report che viene inviato al Parlamento – ha spiegato Monti – che prende in considerazione situazioni che si sono manifestate nel periodo 2012-2014, gran parte delle quali già sistemate. Quando sarà pubblicato il report relativo al periodo 2015-2017 si potrà riscontrare facilmente che a quelle criticità abbiamo dato risposta. Peraltro, leggendo le 92 pagine della relazione si capisce chiaramente che non c’è nessuna bocciatura nei confronti della gestione dell’Autorità Portuale. Spesso, nel report si usa il condizionale e si danno consigli dei quali, ripeto, abbiamo tenuto doverosamente conto”. Un altro aspetto affrontato dall’attuale commissario di Molo Vespucci nel corso della conferenza stampa è stato quello relativo alle cifre evidenziate nel report. “Per quanto concerne i traffici – ha proseguito – non si è considerato che il calo di cui si parla in termini di tonnellaggio è stato dovuto quasi essenzialmente alla chiusura della raffineria di Fiumicino, che da sola significava 6 tonnellate l’anno. Nel frattempo, però, Civitavecchia è diventato, come più volte scritto proprio da Repubblica e dai principali media italiani, “un miracolo nella realizzazione delle nuove infrastrutture” che oggi ci hanno consentito di assurgere al ruolo di polo dell’export dell’automotive, con l’accordo stretto per la produzione FCA di Melfi e con Grimaldi Napoli. Riguardo le cifre sulla situazione finanziaria dell’ente, stranamente gli articoli di stampa non hanno parlato dell’aspetto contabile più importante, quello riguardante il patrimonio netto, che è passato da 48 a 73 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2011 e il 2014″. Sulla vicenda “Port Mobility”, Monti ha sottolineato che in riferimento a quanto scritto dalla Corte dei Conti, che prefigura l’opportunità di effettuare una gara ad evidenza pubblica per un nuovo affidamento del servizio, l’Autorità Portuale sta svolgendo le procedure di gara ad evidenza pubblica per la cessione delle proprie partecipazioni nelle società di interesse generale. Un passaggio della conferenza stampa è stato anche dedicato all’accordo con il Comune di Civitavecchia (“‘Autorità Portuale in autotutela non ha mai versato alcuna quota relativa a quell’accordo fino a quando il ministero vigilante non esprimerà la propria approvazione su quell’atto”) e al discusso acquisto dei terreni in zona industriale “Il valore di quei terreni si è moltiplicato in pochissimo tempo dopo il nostro acquisto”. In quanto al suo emolumento e al versamento dei contributi previdenziali, Monti ha ricordato di essere dirigente dell’Autorità Portuale. “Gli uffici dell’ente – ha proseguito – hanno mantenuto intatta la contribuzione previdenziale, avendo io un contratto privato CIDA che prevede “il dirigente che dovesse diventare Presidente mantiene inalterata la contribuzione previdenziale per tutta la durata del mandato. Riguardo l’emolumento da Presidente, il parametro a cui fa riferimento la norma non è il tonnellaggio delle merci ma è e deve essere anche legato ai passeggeri, altrimenti esclusi dal calcolo e dall’attribuire quindi un adeguato “peso” ai singoli porti: quindi i 17 milioni di tonnellate sono a nostro avviso da riferirsi alla “portata netta della nave”, in termini di merci e passeggeri. Considerando questo tonnellaggio, Civitavecchia è ben al di sopra dei 17 milioni di tonnellate annue necessarie a far scattare il coefficiente superiore. Ma anche su questo ci stiamo confrontando con il Ministero e comunque ritengo che sollevare oggi questo aspetto, che non ho deciso certo io e sul quale non è intervenuta alcuna modifica rispetto al trattamento dei miei predecessori”.
In chiusura di incontro con la stampa, Monti è tornato sul suo futuro. “Le mie dimissioni – ha chiosato – sono quello che qualcuno spera. Purtroppo per lui rimarranno una speranza”.