Avevano resistito alle bombe e alle devastazioni delle due grandi guerre e, dalla loro posizione, svettante anno dopo anno, continuavano, distaccate e solenni, ad osservare gli uomini e gli eventi che si avvicendavano sotto di loro. Ma oggi le belle palme di viale della Vittoria, di borgo Odescalchi, di tante altre zone della città, nelle piazze o all’interno di ville, stanno scomparendo, giorno dopo giorno, colpite dal “punteruolo rosso”.
Un nome simpatico per descrivere un insetto voracissimo capace di portare in poco tempo malattia e morte e, a causa sua, la maggior parte delle piante è già sparita, lasciando un tronco sguarnito o, in alcuni casi con le grandi foglie spioventi, dal colore tra il grigio ed il marrone, ormai senza vita. Un animaletto che ha già devastato ed impoverito tante altre città non solo italiane. Si sapeva da tempo del suo arrivo. La Regione Lazio aveva anche inviato ai comuni un manifesto per rappresentare il pericolo imminente e sollecitando interventi. Ma da Roma in su, tutta la fascia del litorale e, forse, anche in altre zone a sud della capitale, il punteruolo ha invaso ogni pianta anche nella nostra città. E così è finita la famosa “palmetta” del mercato, risolvendo una volta per tutte le tante diatribe tra chi nell’amministrazione voleva abbatterla per costruire un bar al suo posto e chi tra i cittadini ne voleva la conservazione. Così è finita la bella palma che tanti ragazzi avevano visto svilupparsi all’interno dell’Istituto Baccelli e i cui rami sono stati eliminati a tutela dell’incolumità degli studenti. E oggi anche i rami di molte palme del viale sono state recise dagli operai dell’Etruria Servizi in quanto pericolose per i passanti. L’intervento ha colpito alcuni osservatori, tra cui un agronomo romano di passaggio, secondo cui il taglio avrebbe dovuto essere proceduto da un intervento di disinfestazione. ”Abbattere le foglie senza che siano stati uccisi preventivamente gli insetti adulti ed eliminate tutte le uova, significa facilitare la diffusione del punteruolo che si sposterà così da un albero all’altro minando tutte le piante ancora sane”. “E’ un errore gravissimo che denota incompetenza, un intervento tardivo che non risolve il problema” – ha affermato. Questo il giudizio drastico che fa seguito alle segnalazioni preoccupate avanzate alcuni mesi fa da Stefano Borghetti, che suggeriva alcune soluzioni già adottate in altri comuni e dal costo limitato in grado di bloccare la diffusione degli insetti. Ma il comune sino a questo momento è rimasto sordo e, se si esclude la potatura delle piante più danneggiate e pericolose per la pubblica incolumità, nulla è stato fatto. E, dopo la eliminazione di alcuni eucalipti in via delle Sterlizie, la prossima soppressione di alcuni platani a Largo Monsignor D’Ardia, lo stato di abbandono in cui versano i nostri parchi, la mancata realizzazione del bosco da parte dell’Enel nei pressi della zona industriale, prosegue la noncuranza per il verde cittadino tra l’indifferenza dei più.