Si è conclusa con la richiesta di 13 rinvii a giudizio l’indagine preliminare per la morte di Sergio Capitani, l’operaio della ditta Guerrucci rimasto tragicamente ucciso il 3 aprile dello scorso anno nel cantiere per la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord. Nella sua richiesta di rinvio a giudizio, il sostituto procuratore della Repubblica, Edmondo De Gregorio, titolare dell’indagine, evidenzia particolari negligenze nel mancato rispetto delle norme di sicurezza. Tra le persone rinviate a giudizio, dirigenti e personale della centrale e della ditta Guerrucci.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Civitavecchia sarà chiamato nei prossimi giorni a decidere in merito alle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal sostituto procuratore della Repubblica, Edmondo De Gregorio, titolare dell’inchiesta sulla morte di Sergio Capitani, l’operaio della Ditta Guerrucci rimasto ucciso il 3 aprile dello scorso anno in seguito ad un tragico incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere della centrale di Torrevaldaliga Nord. A conclusione dell’indagine preliminare, il dottor De Gregorio ha chiesto di istruire il processo nei confronti di tredici persone. Per tutti, l’accusa è di omicidio colposo in concorso e di mancata osservanza della normativa sulla sicurezza del lavoro. In particolare, la Procura evidenzia la mancanza di dispositivi di protezione individuale in dotazione ai lavoratori, l’assenza di vie di fuga adeguate nel luogo dove è avvenuto l’incidente e la mancata manutenzione della tubazione dalla quale sono fuoriuscite l’acqua e l’ammoniaca che hanno investito Capitani facendogli sbattere la testa contro una trave di ferro. Come si ricorderà, l’incidente provocò anche il ferimento, fortunatamente non grave, di altri quattro lavoratori, colpiti dal getto di acqua e ammoniaca, che riportarono lesioni alle mucose e agli occhi. Tra i tredici indagati per i quali il dottor De Gregorio ha richiesto il rinvio a giudizio, figurano dirigenti della centrale termoelettrica e della Ditta Guerrucci, dipendenti della stessa azienda che ha appalti di manutenzione per conto dell’Enel e personale del colosso energetico appositamente addetto al controllo e alla predisposizione delle misure di sicurezza. Per tutti loro, come detto, oltre al mancato rispetto delle normative vigenti per quanto attiene la salvaguardia della salute dei lavoratori, il sostituto procuratore De Gregorio ipotizza anche il reato di omicidio colposo in concorso. Colpa e non dolo, quindi, come era stato invece chiesto dal legale della famiglia Capitani, il cugino della vittima, avvocato Davide Capitani, che nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 25 gennaio scorso aveva parlato di responsabilità dolose. Adesso, dunque, la palla passa al Giudice per le Indagini Preliminari, che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura. Nel frattempo, i legali dei tredici indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, depositare documenti relativi a loro autonome investigazioni ed eventualmente chiedere l’interrogatorio dei loro assistiti.