Si è spento a Roma all’età di 73, dopo una lunga malattia, Vincenzo Cerami. Scrittore, sceneggiatore, autore teatrale, notista, uomo di cultura nel senso pieno del termine, cresciuto e formatosi nella stagione irripetibile di Pier Paolo Pasolini. Il successo arriva per lui con il romanzo “Un borghese piccolo piccolo” da cui fu tratto il film di Monicelli con Alberto Sordi protagonista. Ma Cerami è soprattutto lo sceneggiatore del film di Benigni “La vita è bella” cui andarono tre premi Oscar.
Collaboratore e amico di Roberto Benigni e di Nicola Piovani la sua vicenda si intreccia con Civitavecchia proprio nel periodo del successo di questo film, all’inizio dell’avventura del Traiano. Un progetto ambizioso, che non andò in porto per una serie di incomprensioni tutte locali, che prevedeva per lui l’affidamento della direzione artistica del teatro con la gestione di una scuola della musica da film insieme a Piovani. Fra l’altro, per sua stessa ammissione, saltò l’inaugurazione del nuovo teatro con la partecipazione di Benigni. Purtroppo non se ne fece nulla. Proprio all’apertura del primo cartellone del Traiano, il 23 ottobre 1999, fu messo in scena uno dei lavori indimenticabili della storia del teatro cittadino: “Ballando ballando” per la regia di Giancarlo Sepe con le musiche di Piovani, scritto appunto da Cerami. Il suo ritorno al Traiano, non senza le solite, stucchevoli polemiche di retroguardia e da paese, come direttore artistico avvenne all’epoca della breve stagione del sindaco Saladini. Una scelta di qualità, un’esperienza troppo breve per una delle figure più significative della cultura nazionale, che ora purtroppo esce di scena.
Intanto, arrivano i primi messaggi di cordoglio. Tra i primi, quelli del sindaco Tidei e della delegata alla cultura, Annalisa Tomassini. “E’ con profonda commozione – scrivono Tidei e la Tomasssini – che apprendiamo della scomparsa dell’amico Vincenzo Cerami. Un drammaturgo e scrittore che ci ha onorato del suo genio letterario divenendo il primo Direttore Artistico del Teatro Traiano, da me fortemente voluto, alla sua riapertura. E tornato alla sua guida nel 2006 con l’allora Sindaco Gino Saladini. Artista di valore mondiale, allievo di un altro genio letterario italiano e profondo amico di Civitavecchia quale era Pier Paolo Pasolini, Cerami ha saputo esprimere il suo estro soprattutto con il suo primo successo che fu “Un borghese piccolo piccolo” interpretato magistralmente da Alberto Sordi e “La Vita è bella” che suggellò il connubio con Roberto Benigni e che arrivò ad aggiudicarsi ben 3 statuette Oscar.Civitavecchia non può che piangere un’artista come Cerami che ha dato alla nostra città l’occasione di una crescita culturale e sociale proiettando l’immagine di Civitavecchia a livello internazionale. Con la scomparsa di Cerami se ne va un pezzo della nostra storia sia nazionale che locale”.
Un ricordo di Cerami arriva anche da Fabrizio Barbaranelli. “Conobbi bene Cerami – racconta Fabrizio Barbaranelli – aveva accettato di assumere la direzione artistica del Teatro Traiano, io ero allora Sovrintendente, e cominciammo a lavorare per la inaugurazione. Venne spesso a Civitavecchia, quasi sempre insieme a Piovani , ed ogni volta era una esperienza interessante per le idee che discutevamo e i progetti che facevamo. In quel periodo seguii anche i loro spettacoli a Roma e dopo
ogni spettacolo ci intrattenevamo a cena con lui, con Piovani, con la Compagnia della Luna. Serate indimenticabili, con Cerami mattatore instancabile a raccontare aneddoti, a parlare di Pasolini, del suo lavoro: e Piovani più taciturno, riflessivo. Ricordo quando ospitammo il loro spettacolo, uno dei più belli rappresentati al Traiano, Canti di scena, in cui Cerami e Piovani erano tra i protagonisti. Uno spettacolo bellissimo. Purtroppo quella esperienza si interruppe troppo presto, per riprendere a distanza di qualche anno con la giunta Saladini. Ma anche in quella circostanza cessò dopo pochi mesi per il cambio di amministrazione. Due esperienze che in molti di noi hanno lasciato un segno profondo perché Cerami non era soltanto un uomo di grande cultura: possedeva anche una straordinaria capacità di comunicare con gli altri. In fondo le sue sceneggiature e tutta la sua produzione lo dimostrano. Credo sarebbe giusto che la città con la quale ha avuto un rapporto breve ma significativo trovasse il modo di ricordarlo e di marcarne la presenza”.