Minacce e tentata estorsione. Sono i reati per i quali Giovanni Moscherini e Vincenzo De Francesco andranno a processo. Il gup ha accolto le richieste del pubblico ministero ed ha così disposto il rinvio a giudizio dei due ex amministratori, oltre che di Pasqualino Monti, ma per un reato minore. La vicenda è legata ad un’indagine relativa al porto di Civitavecchia, che risale al 2013 e che riguarda la pietra utilizzata per la realizzazione della Darsena Traghetti.
Secondo l’accusa, Moscherini e De Francesco avrebbero fatto pressioni nei confronti dei vertici dell’Autorità Portuale, in particolare dell’allora presidente Monti, per favorire l’utilizzo di materiale proveniente da una cava nel viterbese a loro vicina. Un affare che si sarebbe aggirato intorno all’8% del ricavato dall’eventuale vendita, con un prezzo base per la cava di 20 milioni di euro. “Speravamo in un’archiviazione”, commenta l’avvocato Matteo Mormino, legale di De Francesco, che si dice comunque ottimista sull’esito di un processo che, come detto, riguarderà anche Monti. Anche l’ex presidente dell’Autorità Portuale è stato rinviato a giudizio, in questo caso per omessa denuncia, ovvero per non aver denunciato, in qualità di pubblico ufficiale, le minacce subite. Incredule, ma al tempo stesso sereno, il suo legale. “Il mio assistito avrebbe potuto pagare una multa di 516 euro e la storia sarebbe finita lì, invece vuole dimostrare che non c’è stata nessuna omessa denuncia”, dichiara l’avvocato Andrea Miroli, per nulla preoccupato dalle conseguenze di questi accertamenti. Il processo inizierà il 18 gennaio.