Cambia di nuovo la geografia politica all’aula Pucci, questa volta esclusivamente nel fronte della maggioranza di governo. È nato oggi, infatti, il Patto federativo per Civitavecchia, raggruppamento che mette insieme i due consiglieri dell’Mpa, Francesco Cappellani e Gianfranco Iacomelli, e i due dell’Udc, Mirko Cerrone e Mirko Mecozzi.
La comunicazione è giunta a mezzo di una nota stampa, sottoscritta da tutti e quattro i consiglieri, in cui la decisione viene motivata con la necessità di dare un “contributo al superamento della parcellizzazione che di fatto ha determinato un quadro politico estremamente complicato e di difficile lettura e interpretazione” favorendo invece “l’aggregazione di quanti, oggi, si collocano in una posizione di più o meno aperto dissenso”. Posta la posizione critica del nuovo raggruppamento, tuttavia, resta fatta salva l’appartenenza alla maggioranza delle cosiddette larghe intese. “I tre anni trascorsi – scrivono Cappellani, Iacomelli, Cerrone e Mecozzi – vissuti nella difficoltà di intravedere un percorso comune ed omogeneo tra le varie componenti della maggioranza e dell’opposizione nell’ambito dei rispettivi ruoli, impone l’urgenza di promuovere un’azione comune tra quanti, animati dalla comune volontà di portare a compimento il dettato programmatico, vogliono di fatto determinare le scelte vincenti per il futuro della città”. E più avanti si legge chiaramente: “Il Patto federativo per Civitavecchia si colloca all’interno del quadro politico della maggioranza che governa la nostra città. I consiglieri comunali aderenti – prosegue la nota – si impegnano a promuovere un’attività politica comune in seno al consiglio comunale” sia per decisioni “specificatamente consiliari” sia rispetto al “ruolo da svolgere nell’ambito della pubblica opinione”. Il Patto federativo per Civitavecchia precisa anche di voler accelerare al massimo i processi per l’attuazione del programma, ma guarda oltre i confini dell’aula consiliare, laddove si pone come “uno strumento aperto all’adesione di quanti, consiglieri e non, vorranno aderire”. Resta adesso da chiarire, tuttavia, se e come cambieranno i rapporti tra i due consiglieri dell’Udc e il partito, dal momento che da quanto si è appreso fino a questo momento la decisione di Mecozzi e Cerrone non è stata concordata con gli organi ufficiali dell’Unione di Centro, in un contesto in cui i partiti, specie in questa maggioranza, contano ormai sempre di meno.