Non è un periodo particolarmente felice per l’Autorità Portuale di Civitavecchia, alle prese con non pochi problemi al suo interno e sistematicamente presa a schiaffi da diverse autorità. Dopo il sonoro ceffone, il secondo consecutivo, subito dal Consiglio di Stato per la vicenda del navettamento dei crocieristi, ne è infatti arrivato un altro, forse più doloroso perché del tutto inatteso. A sferrarlo è il Comune di Civitavecchia, attraverso una durissima nota sottoscritta dal sindaco Tedesco e dal dirigente Gabriella Brullini. Motivo del contendere, anche in questo caso, il navettamento dei crocieristi e, in particolare, il decreto 106 del 7 aprile scorso, con il quale l’ente portuale ha elaborato il “piano pluriennale del servizio di navettamento dei passeggeri crocieristi”.
L’atto, secondo Palazzo del Pincio, “disattende i principi desumibili dalla normativa vigente, peraltro ribaditi dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato in due distinte sentenze”. Nello specifico il Comune accusa l’Autorità Portuale di aver inserito anche il territorio cittadino, non di sua competenza, nel piano pluriennale. Al riguardo, l’ente locale ricorda che, proprio in ossequio ai principi espressi dal Tar, può essere legittimamente qualificato come servizio di navettamento solo quello che si svolga nel perimetro portuale. Tra gli altri punti contestati da Palazzo del Pincio, quello che riserva l’accesso sottobordo delle navi da crociera al solo operatore beneficiario dell’affidamento da parte dell’Authority, creando “un elemento di discriminazione anticoncorrenziale nei confronti di tutti gli altri operatori economici, costretti ad attestare i propri mezzi a Largo della Pace”. E ancora, secondo il Comune, “l’illegittimità della regolamentazione si appalesa fin dalla prima fase, dichiarata dall’Authority immediatamente attuabile, atteso che tale fase contempla anche l’attivazione di un servizio di linea verso Largo della Pace presso il quale dovrebbe attestarsi anche il trasporto pubblico locale, laddove la linea di collegamento tra terminal crocieristico e stazione ferroviaria attualmente in essere rientra nel programma di esercizio delle linee tpl, gestite dal Comune tramite Csp”. Tra le altre contestazioni, Palazzo del Pincio aggiunge, infine, la circostanza che, a fronte della stima di un afflusso presso Largo della Pace di circa 3500 crocieristi in giornate di media presenza e di circa 7.500 in quelle di massima presenza, siano stati previsti sette stalli dedicati alle navette del concessionario per le operazioni di carico e scarico e un unico stallo, invece, al servizio di linea del Tpl comunale. Questa circostanza, secondo l’ente locale è manifestamente irragionevole, contraddittoria e affetta da difetto di istruttoria. Insomma, eravamo stati facili profeti nell’ipotizzare, dopo il secondo stop del Consiglio di Stato, che la vicenda del navettamento dei crocieristi avrebbe determinato altri colpi di scena. E la sensazione è che non finisce qui.