A distanza di 68 anni dal 16 ottobre 1943, giorno in cui avvenne la deportazione degli ebrei romani da parte dei nazifascisti nel Ghetto di Roma, celebrare la Giornata della Memoria così come avviene da dieci anni a questa parte, quando venne istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento Italiano che ha così aderito alla proposta internazionale, deponendo corone di fiori e organizzare dibattiti, non basta più.
Perché dopo gli sconcertanti episodi di negazionismo accaduti nel mondo e anche in Italia, l’ultimo all’Università di Teramo durante una lezione presso la facoltà di Scienze Politiche, è urgente e necessaria, quanto vitale, una legge contro il pericolo che più della perdita della memoria rischia di uccidere di nuovo tanti esseri umani. Il negazionismo è infatti oggi più che mai il male in agguato su una delle vicende più orribili e allucinanti della storia dell’uomo. E che deve essere punito al pari del crimine che nega.
Perché se la storia si può dimenticare e offuscare, si può recuperare nel tempo grazie alle testimonianze e ai documenti, anche e soprattutto filmati. Ma se eventi come la Shoah vengono negati non in contesti privati ma in pubblico come l’aula di una Università allora è reale il pericolo non solo di cancellare per sempre una delle pagine più buie della storia dell’uomo, ma di aprire la strada alla possibilità che accada di nuovo.
Sul negazionismo Gianfranco Maris, classe 1921, sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen, ha detto: “Non riesco a provare odio. Queste persone non lo meritano. È gente che non sa o non vuole vedere quello che è stato un fatto reale. Se penso che un’università ha ospitato una lezione del genere, viene da piangere”.
È quindi evidente non solo la necessità di ricordare ma anche di punire chi nega verità orribili come quella legata alla Shoah e al tempo stesso contrapporre, a chi nega l’evidenza, la diffusione dell’evidenza stessa dei fatti, anche orribili come quelli che si vogliono negare. Attraverso la cultura della Memoria e della Verità, oggi tristemente messe in discussione nonostante quei numeri marchiati a fuoco sulle braccia dei sopravvissuti.
Roberta Galletta
Direttivo Circolo Partito Democratico Civitavecchia