“Ormai il rischio di default per il Comune di Civitavecchia è un qualcosa di tangibile, ma credo che un Comune che non ha risorse per fare sviluppo e deve limitarsi a gestire una situazione debitoria paradossale, sia già in default”. È quanto dichiara Tullio Nunzi, direttore della Confcommercio Roma, secondo il quale “limitarsi ad aggravare cittadini e imprese di ulteriori balzelli significa mettere in ginocchio famiglie e imprenditoria locale”.
“Capisco – afferma Nunzi – che l’austerità non è amara medicina, ma logica conseguenza di dissennatezza, di sprechi, in particolare nelle municipalizzate, che hanno lasciato una traccia indelebile nelle nostre bollette a fronte di servizi lontani da standard qualitativi accettabili. I debiti attuali sono frutto della ricerca inconsulta di consenso elettorale, di un solidarismo male inteso, che ha creato un welfare malato.
Bisogna essere consapevoli che la difesa del posto di lavoro è ugualmente importante dell’azienda che quel lavoro lo crea. Ulteriori aggravi fiscali sono figli di una politica conservatrice; come dire che non è l’impresa che crea benessere, ma il lavoro che esiste indipendentemente dall’impresa e dal consumo. Senza imprese e consumatori che comprano i loro prodotti o servizi non ci sono lavoratori. Quindi bisogna tagliare gli sprechi, gli sperperi, spesa improduttiva, le inefficienze che sono la ragione della quintuplicazione delle tasse locali negli ultimi 20 anni. Con soluzioni prese in splendida solitudine, e con un clima da competizione elettorale, si rischia una assenza di vivere politico, di partecipazione collettiva alla definizione degli interessi. Per la grave situazione in cui siamo precipitati necessitano non soluzioni di parte, che in quanto di parte non possono funzionare, non avrebbero consenso per metterle in atto. Le piccole e medie imprese sono il fondamento su cui costruire grandi progetti, non spugne da strizzare”.
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