Piccolo commercio sempre più in crisi. Dopo tre anni di vendite in negativo, ha chiuso il 2019 con una ulteriore flessione nelle vendite pari allo 0,8%. Lo rivela l’ex dirigente nazionale di Confcommercio, Tullio Nunzi, che parla di certificazione dello stato di grave crisi del commercio di vicinato, e, purtroppo, di una tendenza contraria alle vendite del commercio al dettaglio in generale, che fa invece registrare un aumento dello 0,8%. Per Nunzi, la crisi del piccolo commercio è visibile anche a Civitavecchia, dove negozi storici, o posizionati nel centro della città, vengono chiusi e da mesi appare il triste cartello “affittasi”, a dimostrazione che è entrato in crisi un settore primario per produzione del prodotto interno lordo cale e per l’occupazione.
Nunzi torna quindi a sollecitare un consiglio comunale aperto sulla questione prima che si arrivi a conseguenze drammatiche, con perdite di posti di lavoro e di servizi per i cittadini. Nel frattempo, invita alla costituzione immediata di un “comitato consultivo permanente”, composto dalle categorie e dall’amministrazione comunale, che decida gli interventi immediati, necessari e straordinari per porre fine alle chiusure delle imprese.
1 Comments
giovanni
Nunzi fa finta di non sapere che a Civitavecchia c’è meno lavoro per cui la gente ha meno soldi da spendere e “sollecitare un consiglio comunale aperto sulla questione prima che si arrivi a conseguenze drammatiche, con perdita di posti di lavoro”.
Il consiglio comunale aperto a cosa dovrebbe servire?
Il -0,8 è sì una riduzione ma non tragica e l’unica soluzione possibile è che diminuiscano i prezzi magari vendendo gli stessi prodotti del Todis o Eurospin o che migliori la qualità e invece per mantenere invariato il guadagno magari si aumentano i prezzi.
Io ricordo che in questi supermercati i civitavecchiesi non ci andavano perchè la qualità era leggermente inferiore e oggi invece alle casse c’è sempre la fila
I prezzi sono aumentati quando a Civitavecchia c’era molto lavoro ma a nessuno è venuto in mente di abbassarli quando la richiesta è diminuita.
Su questi argomenti dovrebbero ragionare Nunzi e i suoi protetti prima di costituire un “comitato consultivo permanente”