Un consiglio comunale sulla crisi del terziario. A sollecitare in tal senso amministrazione comunale e forze politiche è Tullio Nunzi, ex dirigente nazionale di Confcommercio e attuale animatore dell’associazione “Meno poltrone più panchine”. Nunzi parte dalla considerazione che oggi il commercio vive una situazione tragica, una desertificazione evidente del centro storico, un centro commerciale naturale come il mercato di piazza Regina Margherita allo stremo, impossibilitato a competere, a tornare ad essere quel centro sociale e di incontro, oltre che economico, con ristrutturazione in corso da decenni, che ne hanno aggravato la situazione.
Continua la sua analisi, osservando che la crisi del commercio non accenna a diminuire nonostante un flusso di milioni di croceristi, che mai nessuno e’riuscito ad intercettare in modo strutturale, con progetti definiti, con una seria politica di promozione turistica.
“Avevamo apprezzato – prosegue – il tentativo dell’attuale sindaco per avviare una marca turistica, un sistema turistico territoriale, composto dai vari comuni, che avviasse attraverso un consorzio di promozione una politica turistica seria ,sia verso i croceristi,ma in particolare verso il turismo in generale.Ricordo a tutti che i turisti lasciano annualmente nelle casse della nostra città,cifre consistenti.Quindi riportare questa città ,a vocazione turistica tipica della sua storia, dopo la sciagurata esperienza del carbone e l’auspicata fine del carbone, potrebbe essere a mio avviso l’inizio di uno viluppo economico alternativo all’attuale, compatibile da un punto di vista ambientale, sostenibile per il territorio.
Certo da parte della precedente amministrazione si era deciso di andare alla costruzione di un outlet,avversato da categorie e commercianti, che oltre manifestare una scarsa attenzione al settore, metteva fine ad un rapporto di sinergia tra porto e turismo ,commercio e città, che impediva di fare in modo che i croceristi,incontrassero e conoscessero la città, impedendo di fare di questa città, una vera città porto, non una città con il porto.Differenza notevole,perche una città porto significa integrazione, governance comune, piani regolatori concordati, obbiettivi comuni.Sembra quasi che ci sia una specie di complotto nella definizione del rapporto di questa città con il suo porto; come non pensarlo se si pensa alla separatezza dei due enti ,o ad esempio al terminal del gusto, progetto strombazzato da tutti e poi miseramente fallito,che impediva come l’outlet il flusso e la sinergia della città con i milioni di croceristi.
Personalmente ho sempre pensato a forme di “ignoranza latina” nella sottovalutazione del settore terziario; ma ormai è facile vedere come turismo e commercio e servizi incidano nell’economia, per capire che questo paese,oltreche di una seria politica industriale, abbia bisogno di una altrettanto seria politica del terziario.
Quindi avevamo salutato con favore il no deciso all’outlet, il coinvolgimento nelle decisioni della categoria,, l’importanza del ruolo delle associazioni di categoria(troppo spesso ahimè in silenzio) ,la volontà di investire con serietà nel commercio e nel turismo.
Ad oggi ci troviamo con un outlet in via di approvazione ,di cui nessuno conosce ,cosi come nel passato,il progetto definitivo, con nessun coinvolgimento delle associazioni, a tal punto che da parte di un comitato si è dato vita a forme civili di protesta con lo spegnimento delle luci, che ha coinvolto tutta la città sotto un periodo come quello natalizio.
A ciò si aggiunga anche il problema dei dehors,che ha ulteriormente sfilacciato un rapporto assai labile con la categoria.
Poiché nel passato ho gestito tale problema come responsabile di una organizzazione, tra confronti assai accesi, in tutta sincerità, avrei coinvolto le organizzazioni di categoria, che sempre nel passato erano state assai propositive, con incontri che avevano portato ad accordi e progetti.
Non so se per colpe di qualcuno, ma in tutta sincerità, vista l’importanza del tema, sia per pubblici esercizi, che per l’occupazione,e conoscendo l’altissima porfessionalità dei tecnici di alcune organizzazioni, che hanno gestito il problema dei dehors in zone molto più rilevanti da un punto di vista paesaggistico, li avrei ascoltati e avrei avviato proposte comuni.
Diciamo che c’è stato troppo silenzio da parte di tutti, il che ha creato problemi di comunicazione
La sensazione brutta è che si ritorni ad una diffusa abitudine, per cui su tematiche relative al commercio non si privilegi il confronto ,ma un tragico e pericoloso solipsismo politico, assai praticato in un recente passato.
Poiché la situazione rischia di divenire tragica per imprenditori e per l’occupazione di questa città, invito l’amministrazione a pensare ad un consiglio comunale aperto sul terziario; sulla sua importanza, sulla necessità di un suo sviluppo,coerente con lo sviluppo portuale,con proposte e con il coinvolgimento degli operatori
Cercando di dimostrare un attenzione reale per un settore cosi importante per lo sviluppo economico e l’occupazione di questa città e togliendo quel ragionevole dubbio che venga inteso come semplice settore residuale, da coinvolgere solo in campagna elettorale; mentre invece le imprese del terziario hanno un ruolo determinante nell’economia della città”.