“Le radici dell’acqua”, questo il titolo della mostra allestita presso la Cittadella della Musica, sponsorizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e inaugurata sabato sera alla presenza di moltissimi amici ed estimatori dei due pittori Brian Mobbs e Luisella Toti.
Un’atmosfera quasi rarefatta in cui lo spettatore si trova immerso e da cui sembra cogliere persino gli odori e i suoni. Suoni lievi, quasi sospiri che nascono dalle fronde degli alberi, dalle piante nelle acque che si muovono lente, spesso addirittura ferme, che invitano a lasciar fluire il tempo, ad abbandonare ogni tensione. Due autori diversi, ma forse un comune sentire, una analoga ispirazione. Brian Mobbs, un artista molto apprezzato nella nostra città, dove per anni ha tenuto corsi di pittura ma ancora oggi impegnato in quella che è ormai anche la “sua” Tarquinia. Mobbs continua la sua ricerca, la ricerca delle sue radici, immerse nelle acque delle saline o nelle campagne incolte in cui sembra si sia persa ogni traccia umana e tutto sembra essere tornato agli albori della vita. E Luisella Toti sembra aver afferrato questo sentire rielaborandolo, attraverso la sua personale sensibilità, con altri colori, altre luci. E i loro dipinti si alternano di fronte allo spettatore che ne rimane appagato, allentando almeno per qualche attimo le proprie sofferenze ed insicurezze.
Molto diversa la mostra retrospettiva aperta in via Stendhal, angolo via Trieste, che da giorni accoglie alcuni lavori del pittore veronese Gontrano Busato, scomparso nel 1989 ma le cui opere, sia le tele ad olio, sia i numerosi schizzi realizzati anche a carboncino, mostrano una grande attualità. Se in Mobbs è possibile trovare riferimenti all’impressionismo, Busato, che ha trascorso molti anni della sua giovinezza nella Parigi degli anni ’20 e ’30, ricca di tanti fermenti artistici e culturali, soprattutto per la pittura, trova ispirazione nel movimento del fauvismo da cui è attratto per la intensità dei colori, la capacità di aggredire quasi lo spettatore, impedendogli ogni distrazione. Ma l’artista che ha poi soggiornato a lungo in Africa, cattura anche quanto viene emergendo dall’espressionismo concedendosi qualche orti richiamo al cubismo senza però lasciarsi travolgere ed inquadrare in nessuno di questi stili ma conservando la sua personale connotazione, facilmente identificabile in ogni tela. Ma la mostra di via Stendhal merita una visita anche per tornare ad occuparsi di Manlio Midio, un artigiano nel senso più proprio del termine, vale a dire un artista nella manifattura, che realizza originalissime piantane e abatjour, utilizzando per lo più materiali riciclati. Composizioni capaci di creare angoli suggestivi, molto particolari anche in arredi scarni, catturando e plasmando la luce. Entrambe le esposizioni, alla Cittadella come in via Stendhal, rimarranno aperte al pubblico per molti altri giorni.