“Non siamo stupiti per come si è conclusa la vicenda riguardante il ritiro delle dimissioni di Roberto Rossi, presidente del consorzio GIS, costituito appositamente per gestire l’impianto comunale PalaGalli”. Inizia così l’intervento di Civitavecchia C’è in merito alla situazione della piscina di viale Lazio.
“Non poteva essere altrimenti considerato il motivo per il quale è stato formato – riprende l’associazione – e che il suddetto consorzio non aveva, e non ha, ne titoli ne nomine istituzionali ma era frutto di accordi intrapresi volontariamente da soggetti privati.
Insomma, tante chiacchiere e finta paura per niente perché trovare un altro Presidente non era impresa ardua, come dimostrato dalle immediate autocandidature presentate. Comunque tra martiri, salvatori della patria, amanti dello sport e del bene comune, la sceneggiata è terminata e Tutto è rimasto “tale e quale”.
Un tale e quale per noi assolutamente insoddisfacente, anche perché come affermato da Damiano Lestingi, che di attività e strutture natatorie se ne intende, questi ultimi anni non sono assolutamente forieri di risultati di qualsiasi genere, anzi, tutt’altro, escluso per la squadra femminile di pallanuoto, ma questa è altra storia.
Intanto prendiamo atto che questo Consorzio non ha autonomia di gestione, per tanto per continuare a sopravvivere avrà bisogno di contributi esterni ( Enel?, Acea?, Altro?) che come al solito sarnno motivo di mal contento per il rimanente mondo sportivo alle prese con enormi difficoltà.
Le nostre preoccupazioni aumentano quando constatiamo che coloro che fanno parte del costituendo consorzio, che andranno a gestire l’impianto comunale sono anche proprietari e gestori di piscine private e quindi in palese conflitto di interessi, con grande rischio per la qualità e costi che verranno propinati ai cittadini frequentatori, ma in particolare per le scuole di nuoto che potrebbero essere gestite in regime di monopolio.
Per quanto concerne l’Amministrazione Comunale, con il suo comportamento conferma la non attitudine a non saper amministrare la cosa pubblica. Continua a non tener conto del diritto dei cittadini alla pratica sportiva nelle strutture comunali, un diritto che deve essere salvaguardato anche nelle priorità con un precostituito regolamento, a prescindere se la gestione avvenga in house o in convenzione, ma dopo un regolare bando”.