Tanti fiori bianchi ed una miriade di palloncini bianchi e rosa disposti sul sagrato della cattedrale hanno accolto, nel primo pomeriggio di oggi, il feretro della piccola Ginevra, la bambina di 16 mesi, morta dopo essere precipitata da una finestra dell’appartamento dei nonni paterni, situato al secondo piano, in Via Liguria, 9.
Presenti alla cerimonia, officiata dal Vescovo, Monsignor Luigi Marrucci, molte persone del mondo politico, sportivo, associazionistico locale, ma soprattutto tanti amici dei genitori, per dare l’ultimo saluto alla piccola ed esprimere la propria vicinanza ai parenti. Commovente l’omelia del Presule che prendendo a spunto la giornata odierna, ovvero il Venerdì Santo, definita la giornata del “silenzio”, della sofferenza, del dolore, ha assimilato la passione dei genitori e dei parenti alla passione del Cristo. Quindi il Vescovo si è soffermato sul “mistero” della vita e della morte, ma in particolare della morte quando questa si verifica prematuramente e non secondo natura, ossia quando è un padre ad accompagnare il feretro del figlio e non viceversa. E’ un dramma – ha aggiunto Monsignor Marrucci – che, umanamente non trova alcuna spiegazione e che talvolta allontana dalla fede, quando, invece, è l’unica via attraverso la quale cercare di trovare un po di conforto a quanto razionalmente sfugge. Al termine della funzione il Vescovo ha personalmente accompagnato la madre della bimba all’uscita della chiesa, in prossimità del carro funebre. Quindi sono stati liberati in aria i palloncini, tra cui uno a forma di cuore con sopra il nome della bimba ed un applauso ha salutato la piccola Ginevra.
In mattinata, invece, si è svolto l’esame esterno sul corpicino. L’analisi è stata effettuata alle 9 dal medico legale della Procura, consulente del Pm Paolo Calabria, che sta coordinando le indagini. Una valutazione medica che ha confermato come a causare la morte siano state le profonde lesioni alla testa determinate dalla caduta dal balcone. Resta intanto ricoverato sotto sedativi all’ospedale San Paolo il nonno paterno, in braccio al quale si trovava la bambina prima di precipitare.