Ne avevamo una leggera sensazione. Adesso è realtà. Pasquino non ama chi ama farsi definire col, per lui ridicolo, nomignolo di comandante. Una esplicita e definitiva conferma al riguardo arriva col sonetto di questa settimana, nel quale l’anonimo poeta dialettale mette in guardia, in alcuni momenti seriamente e in altri con la consueta ironia, dal pericolo di attribuire troppa importanza a personaggi del genere. Il titolo del sonetto è, ovviamente, “Er commannante”.
Er commannante
Se parla co’ insistenza de Sarvini,
E c’è chi ormai lo chiama er commannante,
Se sente come un re quann’è regnante
E ce difenne pure li confini.
Lui nun sopporta più li clandestini
Ce l’ha co li diversi e cor migrante
Cià n’avversione quasi delirante
Vorrebbe usà co’ loro li cecchini.
Mette becco su tutto e nu j’importa
Si dice er vero o er farso su ogni cosa
Quello che conta è quello che je porta,
Co sto sistema pja li voti a josa.
Perché la gente, de memoria corta,
S’è scordata la storia dolorosa.
Adè pericolosa ?
Co’ la democrazzia nun ce se gioca
Tu te distrai e viè er passo dell’oca.
Pasquino dell’OC