Pasquino diventa centenario. Con quello di questa settimana l’anonimo poeta dialettale festeggia il centesimo sonetto di questa nuova serie. Iniziata due anni orsono e che, fin dall’inizio, ha riscosso la curiosità e il gradimento del popolo civitavecchiese. E il centesimo sonetto sembra uscire un pochino dagli schemi consueti di Pasquino, andando a prendere di mira quelle persone che usano la fede a scopi puramente personali, magari per farsi propaganda politica. Il titolo è, ovviamente, “San Gennaro”. Cliccare per leggere.
San Gennaro
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Un tempo er cristiano che sbajava
Doveva fa’ ‘na lunga penitenza,
Ce stava quello che se ritirava
Pe’ ritrovà da solo l’innocenza,
C’era perfino chi se fustigava
Senza chiede nemmanco la clemenza,
Quarcuno ner convento se n’annava
E se piegava ar voto d’ubbidienza.
Se potrà dì che adera esaggerato
Che c’era de sicuro fanatismo
Che nun se po’ annullà così er peccato,
Ma nun ce stava mai l’opportunismo.
Oggi sto monno adè tutto cambiato
E er misticismo affoga ner cinismo.
Me vince er pessimismo:
C’è chi bacia l’ampolla benedetta
Solamente pe’ fasse ‘na marchetta.
Pasquino dell’OC
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