Un Pasquino arrabbiato, quello che si presenta questa settimana al suo affezionato pubblico. Talmente arrabbiato che ha pensato di prendere a riferimento, ovviamente col suo stile, una delle più conosciute e dure poesie della storia della letteratura italiana, che a distanza di 800 anni da quando venne scritta mantiene intatta la sua forza e la sua assoluta freschezza. Il titolo del sonetto è “S’i’ fossi foco”.
S’i’ fosse foco
S’i’ fosse foco arderei er monno
Così diceva Cecco ner ducento
E nun ciebbe nessun ripensamento
Voleva vedé tutti a lo sprofonno.
E mo che sto pianeta è moribonno
Che sta a precipità ner fallimento
Io lo condannerei senza un lamento
E lo cancellerei dar mappamonno.
S’i’ fossi er tribbunale de la terra
Metterei sotto accusa li potenti:
La prima imputazzione pe’ la guerra
La seconna pe chi vive de stenti
La terza perché c’è l’effetto serra
La quarta p’esse sordi a li lamenti.
Poi giù ne li tormenti
E aprirei le porte dell’inferno
Pe falli vive ner supplizzio eterno.
Pasquino dell’OC