“Le notizie delle ultime ore relative ai sequestri patrimoniali per responsabilità personali dell’ex liquidatore di Hcs e Città Pulita, Micchi nonché dell’ex dirigente dei servizi finanziari del Comune Rapalli danno il senso della fondatezza delle nostre preoccupazioni ai tempi di Micchi e, per analogia, ancora per la situazione di oggi”. Inizia così la nota del Pd di Civitavecchia e del gruppo consiliare del Pd in risposta al maxi sequestro di beni da parte della Guardia di Finanza a carico di Micchi e Rapalli.
“Il danno – spiegano dal Pd – di due milioni di euro ipotizzato dalla Procura della Corte dei Conti non ci stupisce più di tanto. I più ricorderanno che i consiglieri del PD dovettero avvalersi dei Carabinieri per accedere agli uffici di Hcs e nonostante questo l’ineffabile Micchi negò l’accesso agli atti con motivazioni sprezzanti ancora oggi rintracciabili sull’archivio dei giornali telematici. Tornando ad oggi invitiamo a riflettere su come questo sia un campanello d’allarme anche per il presente. La situazione di CSP, in quasi due anni di gestione del centrodestra, assomiglia ad una Babele: ordini e contrordini, incarichi e revoche, esternalizzazioni e buchi di bilancio. Sembra la fase prodromica che ha anticipato il triste epilogo di HCS. Inoltre l’attuale maggioranza dopo aver assunto degli impegni con specifica delibera di Consiglio per un sedicente piano di salvataggio, dopo sei mesi di litigi e retromarce, la Giunta Tedesco non ha rispettato quasi nessuno degli impegni presi. I corrispettivi dei contratti sono rimasti gli stessi e la cessione del verde pubblico, che ha determinato il nostro voto contrario alla delibera, contribuisce a sottrarre ulteriori risorse di alla stessa partecipata. Le ordinanze del Sindaco per l’esenzione dei parcheggi non sono seguite da indennizzi a CSP. Altre funzioni e servizi prefigurati nella delibera di Consiglio non sono mai stati affidati. Il PD sottolinea ancora di più quanto sia sbagliato togliere risorse alla società partecipata al 100% dal Comune per poi stupirsi dei risultati negativi. Queste scelte improvvisate non dovranno più pesare sulle spalle dei cittadini e non dovranno mettere a rischio il posto di lavoro dei dipendenti di CSP che hanno dovuto – ricordiamolo – fare la cassa integrazione perchè ai precedenti amministratori sembrava sconveniente incassare due milioni di euro per la Tari non riscossa perpetrando tra l’altro una ingiustizia nei confronti di chi ha pagato regolarmente le già gravose imposte comunali. La misura è colma”.