“Lo scopo di queste mie riflessioni è quello di aprire un dibattito tra chi ha a cuore la salvezza di Civitavecchia senza pretendere di avere la verità in tasca. E’ dalle ultime elezioni comunali di Civitavecchia che mi interrogo con angoscia sull’evolversi della nostra situazione politica, perché vedo segnali molto preoccupanti per la tenuta della coesione sociale e dunque per la stabilità democratica”.
“Mi stupisce in particolare il fatto che l’inconcludente amministrazione penta-stellata alla guida del Pincio abbia potuto nelle ultime politiche ottenere un’ottima percentuale. Ma così è. Mi interrogo allora su come il nostro partito debba prepararsi alle prossime amministrative.
Certo è che il PD locale dal suo Congresso ad oggi non ha avuto una vita brillante. Non voglio gettare la responsabilità su nessuno in particolare, perché è collettiva: registro solo un dato di fatto. In questi mesi abbiamo prodotto due “Aperincontri”, una campagna elettorale modesta in quanto a presenza del partito e un dibattito interno asfittico e criptico basato solo sulla ricerca di equilibri. E il dibattito sulle prospettive, le idee, le linee dove sono?
Dalle ultime amministrative lo schema tripolare (M5S, centro-sinistra più o meno unito, centro destra più o meno unito) ci ha visto sempre soccombere; nella provincia di Roma non siamo riusciti a vincere nessuna elezione dal 2014 ad oggi. Soprattutto, abbiamo perso tutti i ballottaggi con i Cinque Stelle. Per noi questo schema non funziona.
Nell’ultima relazione del Segretario del PD locale alla Direzione del partito veniva sottolineata la vittoria delle Regionali. Il fatto è sicuramente importante, ma va ben analizzato. Quella vittoria è stata frutto della divisione interna del centrodestra ed è avvenuta grazie a una legge elettorale a turno unico con correzione maggioritaria. Proporre come schema di partenza la coalizione che ha sostenuto Zingaretti non è sufficiente. Nel senso che il suo 38% riproposto a Civitavecchia in un ballottaggio non è certo garanzia di vittoria.
Con le opportune differenze il nostro momento storico mi ricorda un altro periodo del nostro Paese: gli anni di piombo. Lì il coraggio di leader come Berlinguer e Moro permisero di sconfiggere il terrorismo e salvare la democrazia. Occorre ritrovare quello spirito unitario e organizzare una nuova resistenza contro il populismo.
Per quanto ci riguarda, nel nostro piccolo, salvare la democrazia significa salvare Civitavecchia. Questo è il nostro compito. Al 32% dei M5S possiamo contrapporre il 68% che è contrario. Protagonisti possono essere Il PD, le forze aggregate intorno alla lista Zingaretti, quelle moderate di centro liberale e tutte quelle dell’associazionismo, singole personalità ed esperienze professionali che vogliono il riscatto della nostra città.
A questa aggregazione di donne e uomini di buona volontà proporrei di impegnarsi su alcuni punti programmatici:
risanamento del bilancio comunale e del sistema della partecipate;
riqualificazione dei servizi essenziali (acqua, strade, illuminazione pubblica, rifiuti);
nuova relazione col porto e con l’Enel per favorire l’occupazione;
rilancio dei progetti relativi al complesso termale e all’Italcementi;
avviare un’industria legata al turismo e alla cultura (per favorire sia l’economia che la socialità)”.
Clemente Longarini
Presidente della Direzione PD Civitavecchia