Se i risultati di più di un anno di studio della questione mercato sono quelli sotto gli occhi di tutti, allora l’amministrazione comunale farebbe meglio a non prendere alcuna ulteriore decisione, evitando alla collettività danni ancor più grandi. Inizia così il duro attacco della segreteria e del gruppo consiliare del Partito Democratico cittadino, all’indomani della riunione della commissione d’indagine sui problemi del mercato istituita per volere della maggioranza “ma – sottolinea il Pd – incredibilmente disertata dagli stessi componenti del Movimento 5 Stelle”, accusa rispedita al mittente con tanto di smentita dai consiglieri Barbani e Pucci.
Un peccato secondo il Partito Democratico, che accusa i pentastellati di aver creato un pasticcio costato alla città svariate centinaia di migliaia di euro. Andando con ordine, stando al Pd, l’amministrazione comunale avrebbe affidato direttamente ad un professionista, attraverso una determina dirigenziale dei Lavori Pubblici, un incarico di indagine statica per 22mila euro senza tener conto, però, di quanto previsto all’articolo 13 del capitolato speciale d’appalto, che prevederebbe che “ogni indagine, progetto o lavoro inerente il mercato ittico sia a carcio dell’appaltatore”. Ma l’accusa del Pd non si ferma a quella di aver speso denaro pubblico per un onere che era obbligatoriamente a carico del privato: “il Comune – incalza infatti il Partito Democratico – ha deciso con delibera di giunta di anticipare di tasca propria all’impresa appaltatrice del mercato ulteriori 218 mila euro quale ultimo stato di avanzamento lavori, riconoscendo di fatto la corretta esecuzione dell’opera”. Altri soldi che per il Pd non erano affatto dovuti, visto che nei documenti contabili sarebbero state riportate 15 inadempienze documentali relative a certificazioni obbligatorie per collaudare l’opera. ” Ciò significa – spiega il Pd – che tali somme andavano trattenute, almeno in larga parte, fino al definitivo collaudo dell’edificio sotto il profilo tecnico ed amministrativo, cosa che ancora manca”. C’è dell’altro: per il Partito Democratico i 5 Stelle hanno continuato a sbagliare, decidendo di chiudere il contenzioso con l’impresa, che chiedeva oltre 2 milioni e mezzo di oneri aggiuntivi, istituendo una commissione arbitrale senza chiedersi come mai la passata amministrazione avesse sistematicamente respinto ogni richiesta giudicando l’importo inspiegabilmente gonfiato. L’ultima della serie di accuse targate Pd riguarda l’affitto del tendone su piazza XXIV Maggio e il noleggio delle celle frigo pagate all’impresa per un costo di 150mila euro. “Tutti soldi pubblici non dovuti – afferma il Partito Democratico – perché ogni ritardo sulla consegna del cantiere, come ogni ogni inadempienza, è sistematicamente riportata in 75 pagine di registri contabili pubblici”. Accuse, queste, che il Pd si appresta a mettere nero su bianco in una documentazione ufficiale da sottoporre all’attenzione della Corte dei Conti “affinché – conclude il Partito Democratico – vengano trovati e puniti i responsabili di tale comportamento sprovveduto ed irresponsabile, che andrà ancora una volta a pesare sulle spalle dei civitavecchiesi”.