Dopo sette anni, oggi, verrà celebrato il congresso cittadino dell'Udc per il rinnovo degli organi statutari e soprattutto per l'elezione del Segretario Comunale.
Un evento del genere richiederebbe una adeguata preparazione e strutturazione frutto di sintesi che non dovrebbe non scaturire da un confronto serrato all'interno del partito e soprattutto da una condivisione di intenti, di programmi e di progetti politici in coerenza con gli indirizzi nazionali dell'Udc. Un congresso non può essere orchestrato e definito dalla mente di soli due o tre soggetti titolari della sola forza dei numeri delle tessere acquisite al termine di una ricerca avviata mesi fa da pochi soggetti. La rappresentatività e il peso di un partito non sono certo costituiti dal numero delle tessere che possono essere vantate. Con queste si acquistano numeri non già consensi. Vedo nel nascituro organismo sostanziali imperfezioni che non potranno non pregiudicare la sua vita futura e la sua sopravvivenza. Domineranno i numeri delle tessere ma mancheranno quelli dei consensi del recente passato, di gente che si è misurata, che si sono persi grazie alla politica oligarchica, demotivante, estraniante, di una monade di potere. Dalle ultime comunali e circoscrizionali, l'Udc locale ha perso strada facendo, in due anni, la credibilità e la fiducia di portatori di consensi quantificabili in più di 1.400. Senza dimenticare il dato ultimo delle Provinciali 2008, un consenso di 1.300 voti a cui questo partito non ha attribuito alcun valore e alcun significato. Se in due anni il manovratore, che si è servito degli altri per gestire in solitudine il potere conquistato, non ha recepito i chiari e frequenti segnali e non ha capito quale è il fondamento della sua forza, presto scoprirà intorno a sé il deserto. Se questa è la Politica, che si nutre di se stessa, che si insinua e si confonde in mille scatole cinesi, se questa invece che passione e stimolo diventa epidemia, eviterò il contagio. Perché non sono masochista, perché amo il confronto, perché cerco il dialogo, perché voglio ascoltare, perché amo partecipare. Perché voglio svecchiare questa politica imbrogliona, maneggiona, insaziabile. Perché desidero che i giovani ritrovino "le sensazioni forti"nei valori, nelle passioni per gli ideali, nella costruzione di un futuro migliore. Perché sono alla ricerca di adulti che diventino modelli sani da imitare. Perché detesto la politica dei saprofiti, dei profittatori, delle primedonne, dei dannati alla continua ricerca degli interessi personali. Perché non mi riconosco in questa classe politica locale che non mi rappresenta. Che non ci rappresenta. Perché aborro l'ipocrisia che si maschera da perbenismo, da buonismo, da magnanimità mentre detesta e cova vendette. Perché sono motivata a ideare, costruire, dibattere e condividere, piuttosto che accettare mediocri prodotti confezionati da sedicenti politici.
Damiria Delmirani
Iscritta Unione di Centro