“Notizia di oggi della odierna discussione in Parlamento si discute la mozione dell Onorevole Tidei (Pd) sull’elettrificazione della banchine. Così come una mozione, simile, è stata presentata dall’Onorevole Porrello (M5S) in Regione Lazio”. È quanto dichiara il consigliere comunale de La Svolta Daniele Perello.
“In realtà – afferma Perello – si discute del nulla, in quanto la tematica è ormai superata. Sull’elettrificazione delle banchine, si è parlato per anni, e per anni non si è mai fatto nulla. Oggi l’idea, è superata, sia dal mercato, che dalla vigente normativa europea. La direttiva del Parlamento Europeo, 94/2014, al punto 5 dell’articolo 4, riguardante la fornitura di elettricità per il trasporto, parla praticamente di superamento dovuto alla sproporzionalità dei costi, e parla esplicitamente che si possono elettrificare banchine fino al 2025, se vi è richiesta, domanda, e include anche i costi ed i rischi ambientali. A Livorno a novembre 2015 è stata inaugurata la prima banchina elettrificata. Una banchina pensata male e realizzata peggio. Il porto di Livorno ha elettrificato la banchina Calata Sgarallino, banchina per traghetti e navi da crociera. Il 12.11.2015 viene così spenta ed alimentata per 3 ore, la nave della Fregata Bergamini, nave militare. Una nave militare per una banchina per crociere e traghetti? Perché? Non solo per l’assenza di navi elettrificare che girano nei porti, ma anche per problemi di realizzazione. Già la normativa europea non prevedeva questa scelta, non essendoci, nel porto di Livorno, e del resto di Italia, nessun domanda di settore. La banchina viene pensata e appaltata nel 2008 , direttore dei lavori l’Ing. Motta , per 1 milione e 200 mila euro. Dopo perizie, ecc. ecc. si arriva a 5 milioni. La potenza standard di HWSL, porta così Livorno ad avere una banchina di 7 kgw, quando ne servirebbero per legge almeno il doppio. Per il collaudo, le ditte leader di settore, Abb, Siemens, si rifiutano, visto il rischio.
Infatti a collaudare sarà per conto di una ditta privata locale l’ING Stefano Rum, per un gara con totale di 19.018,42 euro, con provvedimento del 13 ottobre 2014. La ditta in questione non certificata secondo la normativa europea la banchina non essendo in possesso del certificato idoneo che é il certificato ISO/IEC/IEEE 80005 1/2 HW 3 LV. La banchina infatti non casualmente viene collaudata con nave militare, ma essendo in una banchina per crociere e traghetti ad oggi, non sarà mai più utilizzata. Il futuro delle navi e dell abbassamento di inquinamento nei porti è attraverso il GNL (o LNG). Questo spiega anche la politica europea ed internazionale sul metano, vedi UE, Russia ed Usa. Costa Crociere, sta costruendo navi a metano, e la prima di 187 mila tonnellate a gas, sarà pronta tra poco. Anche Civitavecchia, sotto l’operato del presidente Monti, si vede protagonista in Europa con il progetto Poseidone Gane, finanziato da fondi europei. Chi parla ancora oggi di banchine elettrificate o non sa, o fa finta di non sapere. La Politica non dovrebbe fare demagogia in questo, ma dovrebbe esser protagonista su queste scelte. Chi non crede alle mie parole può vedere andando a vedere la banchina di Livorno, oppure chiedendo a giuristi europei, o ad alte cariche dirigenziali in materia ambientale. La battaglia che la politica dovrebbe fare è per portare a Civitavecchia il progetto terminal container. In Europa, e per lo specifico in Italia, ci sono due progetti. Il terminale container nell’ex darsena grandi masse, a Civitavecchia, e il terminal Europa, nel porto di Livorno. Se ne farà uno, credo, perché mai ci saranno due terminal tanto rilevanti realizzati da privati in due porti così vicini. La presenza o meno del terminal non solo risolverebbe problemi occupazionali, ma si occuperebbe proprio della vita o della morte dell’economia portuale e della città. La politica locale, e tutte le sue istituzioni, dovrebbero combattere la battaglia per far costruire il terminal container nel porto di Civitavecchia, e non dando fumo negli occhi a chi non sa. Perché passare dai “fumi del porto”, al “fumo negli occhi al popolo”, la linea è sottile”.