“L’Autorità Portuale di Civitavecchia ha respinto l’invito a sottoscrivere, anche nel nostro scalo, l’Accordo Blue Flag II, firmato lo scorso 20 maggio a Venezia”. È quanto dichiara Vittorio Petrelli, che nei giorni scorsi aveva chiesto a Molo Vespucci di prendere in considerazione, e seguire, l’esempio di Venezia per quanto riguarda la lotta all’inquinamento delle navi. L’esponente di Centro Democratico, invece, ha ricevuto un “no” dall’Autorità Portuale, giustificato dal fatto che è stato già adottato l’Environmental Ship Index, che assegna incentivi premianti a quelle navi le quali superano in qualità gli standard delle emissioni previsti dalle normative attuali.
“Un’iniziativa certamente lodevole – dichiara Petrelli – ma non alternativa al Venice Blue Flag II, che prevede l’uso di combustibile a basso tenore di zolfo già prima dell’ingresso delle navi in porto, oltre che nelle fasi di ormeggio, offrendo, così, visibilità a quegli armatori che intendono farsi parte diligente. Adottando il Venice Blue Flag II, il beneficio per la qualità dell’aria del comprensorio è maggiore di quello che può assicurare l’ESI. Considerato che nessun intervento è da reputarsi definitivo nel mitigare l’impatto ambientale dello scalo e tenuto conto degli ultimi allarmanti dati epidemiologici pubblicati, che hanno rilevato il triste primato di un “tasso di mortalità nettamente superiore agli altri comuni della regione”, è necessario promuovere e adottare tutte quelle misure che possono determinare benefici per la salute. Non si deve trascurare nessuna opportunità. Non ha molto senso impiegare considerevoli risorse per realizzare due banchine elettrificate nella costruenda darsena traghetti se poi si tollera la sosta in rada di navi merci (al momento in cui si scrive, martedì 10 settembre ore 16,00, le navi all’ormeggio sono tre) navi che impiegano, a meno di un miglio dalla costa e a ridosso della città, combustibile con tenore di zolfo al 3,5% o al 2,7%. Anche questa è una piccola accortezza che, se adottata, darebbe un suo apporto nel bilancio generale. E poi se entriamo nel merito delle misure promosse dall’Autorità Portuale, sarebbe anche lecito chiedere quanti sono gli armatori che hanno aderito all’Evinronmental Ship Index. Il Venice Blue Flag II, tra l’altro, non avrebbe alcun costo economico per la comunità, né per l’Autorità Portuale, ma solo per gli armatori che verrebbero comunque compensati da un importante ritorno di immagine. La stessa immagine che, così fondamentale nella promozione dell’offerta, rappresenta quello scrupolo e quella convenienza a dissuadere i malintenzionati. Tuttavia, l’esperienza maturata dall’entrata in vigore della norma che obbliga all’uso dei combustibili BTZ all’ormeggio, insegna che non ci sono norme o sanzioni per chi voglia trasgredire. L’Accordo in questione è conveniente per la comunità anche perché sono stati previsti controlli i cui costi sono sostenuti dall’Autorità Portuale; invece, i controlli delle navi all’ormeggio nel Porto si limitano, principalmente a una verifica documentale perché la normativa non ha stabilito fondi specifici neppure alle Capitanerie di Porto che hanno il compito dei controlli. Per i motivi sopra esposti, invito il presidente Monti, sulla scorta delle dichiarazioni riguardo la sua sensibilità nei confronti dell’ambiente, a riflettere attentamente sull’opportunità di adottare il Blue Flag anche a Civitavecchia, oltre che nell’attuare tutte le altre iniziative programmate da tempo”.