Come annunciato ieri, il 31 ottobre prossimo tornerà a riunirsi per la terza volta il tavolo sul phase out del carbone di Torre Valdaliga Nord. Come deciso nell’ultimo appuntamento, Civitavecchia ha nel frattempo lavorato sul documento unitario che attraverso la Regione Lazio sarà presentato martedì prossimo all’incontro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e che ha visto lavorare gomito a gomito l’amministrazione comunale, le sigle sindacali e le parti interessate.
Ne è venuto fuori un testo composto da cinque pagine e mezzo, nel quale si fa la cronistoria della nostra città, che ha ospitato per anni siti fondamentali e strategici di produzione energetica per il Paese, tra i quali, appunto, TVN, ma si guarda soprattutto al futuro, in vista dell’uscita dal carbone al momento fissata al 2025. Proprio in vista dell’imminente scadenza, si legge nel documento, c’è preoccupazione per la tenuta delle Piccole e Medie Imprese della filiera e per la ricaduta occupazionale per circa 800 lavoratori, tra elettrici, metalmeccanici e portuali, occupati nel sito tra diretti ed indiretti.
Sono cinque i punti che vengono riportati nel documento e che il comune di Civitavecchia, nel raccogliere le proposte delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali, ha individuato come elementi e obiettivi comuni da portare all’attenzione del Governo ed Enel, attraverso la Regione Lazio. Il primo fa riferimento “all’esigenza di dare corso ad una transizione energetica e sociale per realizzare un nuovo modello di sviluppo, atto ad attrarre investimenti sostenibili, a carattere industriale e connessi alle voca-zioni del territorio, quali, ad esempio, solo per citarne alcuni, quelli sulla logistica, eolico, cantieristica, fotovoltaico, idrogeno, batterie”.
Il secondo punto parla dell’ “Attivazione necessaria e non più procrastinabile da parte dei ministeri interessati di strumenti agevolativi, volti alla realizzazione di un piano di un contratto di sviluppo anche mediante l’intervento di Invitalia, attraverso il riconoscimento del territorio di Civitavecchia incluse le aree portuali, quale area di “Crisi Industriale Complessa”. Il terzo punto è relativo alla volontà di instaurare una “Costante e continua interlocuzione con Enel finalizzata ai contenuti del piano industriale (previsto a novembre) al fine di prevedere progetti concreti di sviluppo”. Il quarto punto è dedicato alla “Centralità del porto di Civitavecchia e più in generale dell’economia del mare, per il futuro sviluppo del territorio. E a tal proposito è necessario accelerare le procedure per il riconoscimento della Zona Logistica Semplificata”. L’ultimo punto è incentrato, infine, sul progetto dell’eolico offshore, descritto come “una straordinaria opportunità per il nostro territorio che va, pertanto, sostenuto senza riserva alcuna”.
“In conclusione – si legge alla fine del documento – la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rappresenta elemento imprescindibile per il futuro di questo territorio. In questo particolare contesto storico, risulta di fondamentale importanza poter governare la transizione energetica che dovrà nel contempo essere sostenibile e tecnicamente fattibile, socialmente giusta ed attuabile in un arco temporale adeguato alle esigenze sia aziendali che occupazionali. Parallelamente, l’atteso piano industriale di ENEL dovrà necessariamente indicare la visione e gli scenari di sviluppo sul territorio nel breve, medio e lungo periodo”.