Pur riconoscendo l’importanza di aver istituito un tavolo interministeriale e l’innegabile attenzione che le istituzioni stanno assicurando a Civitavecchia, non è un bilancio positivo, almeno fino a questo momento, quello di USB, tracciato pochi giorni dopo il terzo appuntamento del tavolo sul phase out dal carbone di Torre Valdaliga Nord.
“Come ben noto – affermano dal sindacato – martedì scorso si è svolta la seconda riunione del Comitato di Coordinamento per la riconversione della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, e sinceramente, ancora una volta, sono mancate quelle risposte che il territorio chiede con forza.
Comprendiamo ovviamente l’ottimismo espresso subito dopo l’incontro dall’onorevole Battilocchio, a cui riconosciamo l’indubbio merito di aver ottenuto non soltanto l’istituzione del Comitato, ma di averlo fatto addirittura con una legge (DL 50/22) esplicitamente finalizzata a promuovere il rilancio delle attività imprenditoriali, la salvaguardia dei livelli occupazionali, il sostegno dei programmi di investimento e lo sviluppo imprenditoriale. Obiettivi sicuramente di grande importanza.
Ciononostante, non vediamo quali possano essere ad oggi i motivi di soddisfazione.
Il territorio si è presentato all’incontro con un unico documento, una vera rarità per la storia di Civitavecchia, con cui si è intesa rappresentare un’idea di sviluppo coerente, finalizzata alla valorizzazione delle potenzialità esistenti nell’ottica di una tripla sostenibilità, economica, sociale e ambientale. E cioè il massimo che a livello locale si poteva fare e meritoriamente si è fatto, con il supporto costante, e pure questo va riconosciuto, della Vicepresidente della Regione Lazio dottoressa Angelilli.
E tuttavia, come tutti sanno, di documenti e di buoni propositi non si campa. Servono i fatti. Per questo in molti attendevano di conoscere quali sarebbero state le parole del Governo e della stessa Enel, primi fra tutti i lavoratori che recentemente sono tornati a scioperare reclamando nuovi investimenti e nuova occupazione.
E qui, purtroppo, siamo in pratica allo stesso punto di tre mesi fa.
Il Governo, infatti, pur presente all’incontro con diversi Ministeri, non risulta abbia fornito alcuna indicazione su come perseguire gli obiettivi sopra ricordati, non avendo del resto avviato neppure quella valutazione circa l’utilizzo degli “strumenti agevolativi” disponibili (area di crisi, contratto di sviluppo, ecc) promessa ormai un mese fa alla Camera dei deputati dal Ministro Urso.
Enel, dal canto suo, continua invece a dirsi disponibile al dialogo ma senza sbilanciarsi sul futuro, prendendo tempo e invitando tutti ad attendere – a questo punto in modo un po’ messianico – il nuovo piano industriale della società.
Poi si possono fare mille valutazioni, perché ognuno vede le cose come crede, ma piaccia o no questo è lo stato dell’arte, che stride in modo evidente con l’urgenza di una crisi sempre più profonda. Perché gli impianti sono spesso fermi, gli appalti vengono tagliati e le prospettive si fanno decisamente nere.
Le istituzioni stanno assicurando a Civitavecchia una innegabile attenzione, ma sulle risposte necessarie per lavoratori e imprese serve un’accelerazione, uno scatto che auspicabilmente possa prodursi in tempi più ristretti. Magari ben prima dei tre mesi indicati per la prossima convocazione del Comitato”.
1 Comments
giovanni
Questa settimana siamo stati tempestati di articoli “Phase out”
Siamo alla vigilia delle elezioni comunali con un molto propabile cambio della guardia per cui nessuno si vuole impegnare, perchè quello che oggi piace, domani dovrebbe essere modificato aumentando i costi ma se va bene dopo le elezioni e capito come girano le cose le aziende interessate faranno capire le loro intenzioni.
Purtroppo se a 2024 molto inoltrato avremo progetti validi, per avere ricadute economiche sui civitavecchiesi arriveremo al 2025 inoltrato.
Non voglio portare iella ma se si ragiona correttamente questi sono i risultati