“Moscherini, prima rompe le uova lasciandole cadere e poi tenta di ripararle con la colla. Ma ormai è troppo tardi, poteva pensarci prima”. Così l’onorevole Pietro Tidei sulle nuove nomine ai vertici delle Holding. “Dopo essersi circondato di ruba galline nominandoli sulle varie poltrone – sostiene il parlamentare – personaggi che hanno sperperato il denaro, fatto la spesa per casa con la carta di credito dell’ente e via di questo passo, adesso il Sindaco pensa di rifarsi una verginità grazie a professionisti quali Moggi, Lupi e Fano, competenti e stimati da tutti, che dovrebbero far dimenticare l’esercito di scimmiette incapaci e ladruncole di cui il Sindaco si è fin qui servito”.
“Ma ormai- prosegue – tutto appare chiarissimo. Tre fatti in particolare Primo. Moscherini sta abbandonando la Maggioranza e i partiti che lo hanno sostenuto, prima che la Maggioranza abbandoni lui (basta vedere come è stata accolta la sua ricandidatura). Non escludo che in questa situazione il Sindaco arrivi alle dimissioni, che da parte mia commenterei come un gesto politicamente intelligente.
La verità è che teme pesantissime ripercussioni proprio a causa dei comportamenti degli amministratori da lui nominati: il caso Romagnolo non è un caso isolato e lui lo sa bene. Così, in vista delle prossime Amministrative, tenta di dare tutta la colpa di quello che è già successo – e di quello che salterà fuori – ai partiti che quelle nomine gli avrebbero “imposto”, emarginandoli dalle scelte importanti edando loro il benservito anzitempo. Secondo. La città erediterà buchi colossali e finanze traballanti. I bilanci si reggono su fragili stampelle, per lo più crediti inesigibili. Così tra uno o due anni al massimo, i civitavecchiesi pagheranno l’acqua e la nettezza urbana con aumenti del 300, 400 per cento e ringrazieranno Moscherini e il suo “dream team” di ruba galline travestiti da manager. Terzo. Ci avviciniamo alle Amministrative nelle peggiori condizioni oltre che economiche alche sociali. Dopo la cura Moscherini, che prevede consiglieri comunali in comproprietà e percentuale variabile con l’opposizione, nomine agli amici e agli-amici-degli-amici senza nessun criterio di competenza, e partiti mortificati senza più nessuna dignità né riconoscimento di rappresentanza, il tessuto sociale della città ne esce corrotto e completamente sfilacciato. In questo panorama c’è da attendersi per le prossime elezioni il proliferare dei personalismi più accesi e meno nobili, il moltiplicarsi a dismisura delle liste civiche e spazi aperti, come vaste praterie, per mafia e camorra”.