Disco rosso per la darsena energetica grandi masse. Nonostante le aspettative del neo presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino, nell’ultima versione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi si appresta a inviare alla Commissione Europea, non è stato inserito quello che rappresenta il completamento del piano regolatore portuale. Le opere da finanziare per lo scalo marittimo locale riguarderebbero il secondo lotto del prolungamento della banchina 13, il ponte di collegamento con l’antemurale e il nuovo accesso al porto storico.
Niente completamento della darsena energetica grandi masse, quindi, per la quale Musolino aveva ipotizzato una modifica progettuale che prevedeva la sua suddivisione oltre ai tre distinti segmenti, logistica, green e cantieristica di cui si parla da anni, anche in banchine polivalenti, in grado di essere destinate al traffico ro-ro. Insomma, un angolo di porto multifunzionale, in grado di rispondere a diverse tipologie di traffico. Il presidente di Molo Vespucci aveva auspicato l’appoggio totale della Regione, che evidentemente non è arrivato, o non ha convinto la commissione governativa che ha inviato la nuova bozza a Bruxelles. A meno che non si tratti della conferma che c’è qualcuno, in alto, molto in alto, che sta remando contro lo sviluppo del porto di Civitavecchia. Una sensazione, questa, che si avverte da qualche anno a questa parte, anche se finora senza aver avuto riscontri. Ma, come diceva Giulio Andreotti, a pensare male si fa sicuramente peccato, ma a volte ci si azzecca.