Non “tira” una bella aria a Civitavecchia e la colpa sembra essere soprattutto del porto. L’Osservatorio Ambientale ha pubblicato nei giorni scorsi l’annuale rapporto sulla qualità dell’aria e della salute nel territorio. Il quadro che emerge dall’analisi della rete di rilevamento gestita in parte dall’Osservatorio e in parte da Arpa Lazio è tranquillizzante per quanto attiene il rispetto dei parametri fissati dalla legge per i maggiori inquinanti, un po’ meno per la situazione complessiva in alcune aree della città e del territorio.
Complessivamente, la comparazione tra le concentrazioni di aria misurate dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dall’Osservatorio e i riferimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità segnalano una situazione decisamente critica per l’ozono, che eccede abbondantemente e ripetutamente il limite di 100 nelle stazioni di Allumiere e Sant’Agostino. La situazione è moderatamente critica per le polveri, sia nella frazione fine, ovvero il PM 2,5, sia in quella più grossolana, ovvero il Pm10; entrambe si attestano su concentrazioni medie annuali a ridosso di quelle limite suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Infine, la situazione è stabile per i biossidi di azoto e lo zolfo, le cui concentrazioni medie annuale e giornaliera sono rimaste abbondantemente al di sotto dei valori posti come riferimento per la tutela della salute dall’Oms. In sostanza, si legge nel rapporto, la comparazione delle concentrazioni degli inquinanti rilevati con la normativa di qualità dell’aria e con le linee guida redatte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, conferma anche per il 2014 le criticità a carico di ozono e polveri già evidenziate nel rapporto del 2013. A chi attribuire la responsabilità principale di queste criticità? Nel rapporto, vengono poste in primo piano quelle delle attività portuali e del traffico veicolare. Le concentrazioni medie orarie e biorarie di ossidi di azoto e polveri mostrano un incremento dei valori, più marcato per gli ossidi di azoto che cresce a partire dalle 7 del mattino, rimane pressoché costante per l’intera giornata e torna a valori più bassi a partire dalle 20. “Considerato – si legge nel rapporto – che i due inquinanti sono entrambi prodotti di emissione delle combustioni di solidi o liquidi, la similitudine dei loro andamenti supporta l’ipotesi che essi siano riconducibili alla stessa sorgente e gli andamenti stagionale e giornaliero delle concentrazioni delle polveri fanno pensare che la sorgente che prevalentemente incide sulla presenza di questo inquinante nell’area sia identificabile nella molteplicità delle operazioni connesse all’attività portuale, la quale, come noto, subisce un significativo incremento nelle ore diurne e nella stagione estiva”.