Dobbiamo fare ammenda. Le nostre proiezioni sui traffici 2024 del porto di Civitavecchia non erano esatte. Rispetto al 2019, infatti, non si sono perse più di 300 navi. Le navi perse, ovvero gli attracchi in meno, sono state infatti più di 400, per la precisione 424, da 3159 a 2735 (dati ufficiali Autorità Portuale). Quindi, come avevamo anticipato, le nostre proiezioni erano in difetto e non in eccesso e la situazione dello scalo marittimo locale è ancora più brutta di ciò che poteva sembrare.
Finalmente, dopo una lunga attesa, gli organi di informazione sono stati beneficiati della trasmissione dei dati ufficiali da parte dell’Autorità Portuale. Ebbene, anche andando a confrontarli con quelli relativi al 2023, i segni negativi rappresentano la maggioranza, a dimostrazione di un anno assolutamente fallimentare. Le differenze sono poi addirittura impietose qualora il raffronto numerico avvenga con il 2019, ultimo anno normale della vituperata gestione di Majo. Sono state appunto oltre 400 le navi attraccate in meno alle banchine del porto, con quanto di negativo ciò ha rappresentato per tutta l’economia dello scalo marittimo e per i lavoratori che ci gravitano. Ad ogni modo, facendo il raffronto con il 2023, le rinfuse solide, soprattutto a causa dell’addio al carbone, calano di oltre il 50%. In questo particolare segmento va però considerata con soddisfazione l’ottima performance dei materiali ferrosi, saliti del 54% rispetto all’anno precedente. Calano anche, del 4,8%, le merci varie in colli. Il traffico complessivo registra una flessione del 13,5% nei dodici mesi. Uno dei pochissimi saldi positivi nel settore commerciale riguarda i contenitori, con i teu cresciuti del 5,2%, ma si tratta di un dato farlocco, determinato dai vuoti (+25%) rispetto ai pieni (-5,4%), ovvero i contenitori che hanno valore sotto l’aspetto del lavoro. In calo anche il traffico passeggeri, un tempo fiore all’occhiello del porto: rispetto al 2023 la diminuzione è stata del 4,6%. Segno negativo anche per quanto riguarda gli automezzi imbarcati sulle navi traghetto, con il -3,6% per quanto riguarda le auto al seguito dei passeggeri e il -6,8% di mezzi pesanti. Unici dati che mostrano il segno +, a parte le rinfuse liquide che, come spiegato più volte, nulla hanno a che spartire con i traffici veri e propri, le crociere e le autovetture nuove. Le prime sono cresciute del 4,3% rispetto al 2023, mentre le seconde sono aumentate dell’8,3%. Poco, molto poco, anzi pochissimo per poter parlare di miracoli. Quelli, se provati, sono una cosa seria. Altrimenti ci troviamo a Trevignano, come già detto altre volte.