La Civitavecchia Forest Fruit Terminal ha deciso di continuare a svolgere per proprio conto le operazioni di discarica dei containers che portano la frutta nel porto di Civitavecchia e di non avvalersi più dell’apporto delle gru e del personale della Gtc, la società che gestisce il parco mezzi meccanici fissi un tempo detenuto dall’Autorità Portuale.
La società belga, a quanto pare, avrebbe già proceduto all’acquisto di due gru mobili con le quali effettuerà le operazioni di scarico dei contenitori che saranno affidate a proprio personale, appositamente assunto. La notizia è stata ovviamente accolta con rabbia dai gruisti e dai manutentori della Gtc, che proprio dopo l’inizio del lavoro di scarico dei contenitori per conto della società belga avevano potuto scongiurare la cassa integrazione, altrimenti inevitabile a fronte della crisi dei traffici commerciali che lo scalo marittimo attraversa da anni. Gruisti e manutentori evidenziano che, qualora la decisione della CFFT fosse confermata, verrebbe a cessare un sistema in piedi da decenni, basato su un sostanzioso equilibrio tra imprese, società delle gru e Compagnia Portuale, che ha contribuito in parte a mantenere a galla il porto anche quando altri scali italiani versavano in profonda crisi, con pesanti ricadute negative sui livelli occupazionali. E’ poi importante, secondo i lavoratori, il fatto che la Gtc, ovvero la società che gestisce le gru portuali, è composta nella sua compagine sociale da aziende locali, ed è nata attraverso un patto che almeno sulla carta vedeva garantita la propria stabilità e quella del porto intero e che adesso verrebbe tradito. “Ci saremmo aspettati – aggiungono gruisti e manutentori – che, come fatto tante volte in passato, ci si sarebbe potuti mettere seduti attorno ad un tavolo, esporre le criticità e con il controllo e l’aiuto della Autorità Portuale, trovare le soluzioni più idonee”. I lavoratori della Gtc concludono il loro intervento auspicando il buon senso da parte di tutti i protagonisti della vicenda e annunciano di essere disposti con tutti i mezzi e senza fare sconti a nessuno, a difendere il proprio posto di lavoro e a continuare ad onorare quel patto stretto insieme ad altri soggetti.