Esiste un legame tra i poteri armatoriali e la classe politica cittadina che, puntando solo a un'espansione quantitativa dello scalo, finisce per danneggiare altre attività. È la parte conclusiva di una lunga nota dei due consiglieri del Prc, Daniele Perello e Roberto Bonomi, i quali affermano che questo legame va spezzato. Lo spunto della riflessione è la mozione sul tenore di zolfo dei carburanti delle navi, varata ieri dal consiglio comunale. Mozione importante ma insufficiente per i due esponenti di Rifondazione, poiché è il Parlamento Europeo che impone già delle precise prescrizioni, che ieri il Prc aveva ribadito in un secondo ordine del giorno, bocciato però dalla maggioranza. Cliccare per leggere il testo integrale della nota.
"Finalmente si inizia a parlare di inquinamento portuale. Un argomento senza dubbio complesso, considerando che alle attività di un qualsiasi scalo di una certa importanza, come indubbiamente è quello di Civitavecchia, sono inevitabilmente connesse una quantità di tematiche di grande rilievo ambientale. Tanto per limitarci alle maggiori evidenze ricordiamo al riguardo quelle legate alle emissioni in atmosfera, al rumore, alle polveri, agli scarichi incontrollati e agli sversamenti in mare, alle vibrazioni e all'inquinamento elettromagnetico, nonché alla dispersione dei fanghi a seguito di dragaggi, al traffico di automezzi e alla progressiva cementificazione del litorale: come si vede un bel campionario di problemi troppo a lungo ignorati dalle autorità politiche e sanitarie ma su cui finalmente cominciano ad alzarsi voci di protesta. Il muro di omertà sapientemente alzato su questi temi inizia a cadere.
Chi scrive è un convinto sostenitore dello sviluppo portuale, vera opportunità di progresso socio-economico, che dopo anni di crescita tumultuosa ha però bisogno di essere consolidato attraverso un deciso intervento di qualificazione ambientale. Tanto più in una città già gravata dalla presenza di impianti di produzione elettrica. Le stime sulle emissioni diffuse al riguardo dall'Osservatorio Ambientale descrivono una situazione ormai insostenibile, laddove gli inquinanti emessi solamente dalle navi all'ormeggio – con esclusione quindi di quelli derivanti dalle operazioni di arrivo/partenza, dal traffico di servizio e dalla movimentazione di merci e persone – potrebbero già risultare superiori a quelli prodotti complessivamente dalle due centrali. Un dato macroscopico e allarmante, quindi, tanto più per la localizzazione prossima all'abitato delle fonti inquinanti, che deve condurre a intervenire con urgenza a tutela dei cittadini e degli stessi lavoratori che operano nel porto.
Non serve quindi una battaglia contro il porto, serve piuttosto un porto migliore. In tal senso, riteniamo prioritario giungere ad una piena applicazione dei decreti VIA riguardanti lo scalo cittadino, recuperando il ritardo accumulato nell'ottemperanza alle relative prescrizioni. Per questo abbiamo salutato con favore l'accordo stretto tra Autorità Portuale ed Enel per l'elettrificazione sperimentale di una banchina – rimarcando il positivo cambio di rotta segnato dall'attuale presidenza – così come abbiamo apprezzato la mozione presentata da Petrelli in Consiglio Comunale, volta a favorire l'utilizzo di combustibili con minore contenuto di zolfo da parte delle navi da crociera.
E tuttavia è chiaro come a fronte dei problemi richiamati serva fare di più, molto di più, e non solo con riguardo alla necessaria alimentazione elettrica dei servizi di bordo – peraltro già collaudata in altri scali e che andrebbe estesa alle stesse banchine Enel – ma anche rispetto alla realizzazione dei previsti servizi a rete, alla installazione nello scalo di una rete di rilevamento della qualità dell'aria, all'applicazione di tariffe differenziate in base al carico inquinante delle navi e al definitivo allontanamento dei traghetti dal porto storico: misure in parte raccomandate dallo stesso Parlamento Europeo e da noi proposte ancora in Consiglio Comunale, con un ordine del giorno che pur sostenuto dalla minoranza è stato bocciato senza appello dalla coalizione del sindaco Moscherini, non a caso già presidente inadempiente per le prescrizioni VIA e ardito sostenitore dello scempio Terminal Cina, nonché inedito terminator dell'Assessorato all'Ambiente.
Occorre quindi un cambio di passo. Esiste da tempo un legame stringente tra poteri armatoriali e classe dirigente cittadina che rappresenta ormai un elemento di freno allo sviluppo portuale, in quanto finalizzato ad una crescita esclusivamente quantitativa dello scalo che non regge più e diventa anzi controproducente: e ciò non solo sul piano dei carichi ambientali ma anche su quello dei traffici, laddove il privilegio assegnato ad alcuni si è via via risolto in un danno per altre importanti attività. La nuova presidenza dell'Autorità Portuale può consentire oggi di scrivere un nuovo patto tra forze del lavoro, imprenditoria e classe politica, che smarcandosi definitivamente dalla passata gestione possa condurre ad uno sviluppo portuale più equilibrato e integrato alla città. Un radicale miglioramento delle condizioni ambientali nello scalo va considerato come parte sostanziale di un simile processo, nella prospettiva di una qualità del sistema porto che aspiri a posizioni di eccellenza".
Daniele Perello, Roberto Bonomi