Si conclude alla mezzanotte di oggi lo sciopero dei dipendenti della Gtc, la società costituita tra gran parte delle imprese portuali di Civitavecchia che si occupa della gestione e della manutenzione dei mezzi meccanici fissi dello scalo marittimo, ovvero delle gru. I lavoratori protestano in particolare perché l’impresa portuale che detiene la maggioranza delle quote della società ha acquistato recentemente due nuove gru che non faranno ovviamente parte del parco mezzi meccanici della Gtc e sta attualmente svolgendo dei corsi di formazione.
Secondo i sedici dipendenti in sciopero e le organizzazioni sindacali che li rappresentano va fatta chiarezza sulle ragioni che hanno portato l’impresa portuale ad acquisire direttamente le due gru di ultima generazione. Ma la situazione di difficoltà della società della quale fanno parte i cosiddetti gruisti non nasce comunque oggi e ha radici antiche, legate alla crisi dei traffici commerciali. Una crisi iniziata nello scorso decennio, diretta conseguenza delle scelte condotte dalle precedenti gestioni dell’Autorità Portuale che hanno voluto privilegiare il traffico crocieristico e quello passeggeri, adesso in crisi a causa del Covid, a scapito del traffico riguardante le merci convenzionali. Una crisi che si è poi ulteriormente acuita a fronte della riduzione di alcuni traffici un tempo fondamentali, come quello dei materiali ferrosi legati all’attività dell’acciaieria ternana, e che quindi non appare di facile soluzione. Ieri pomeriggio i lavoratori della Gtc hanno svolto un presidio all’esterno di Molo Vespucci, mentre era in corso il confronto tra i vertici dell’Autorità Portuale e le organizzazioni sindacali. Dopo il presidio è stato deciso, di concerto con i sindacati, di promuovere altri tre giorni di sciopero, da giovedì a sabato, nelle prime tre ore di ciascun turno di lavoro.