Silenzio. Un silenzio tombale. A distanza di due mesi dal 30 giugno, il sito istituzionale dell’Autorità Portuale continua a non pubblicare nulla in merito al riscontro dei traffici del secondo trimestre per quanto attiene lo scalo marittimo civitavecchiese. Un silenzio che non si riscontra nelle altre autorità portuali, alcune delle quali già da settimane hanno diffuso i dati relativi ai loro traffici, e che è determinato probabilmente dall’imbarazzo di dover confermare quanto si conosce già, ovvero che nel periodo compreso tra aprile e giugno, il porto di Civitavecchia è rimasto pressoché fermo, fatta eccezione per qualche sporadico nuovo arrivo.
D’altra parte, col traffico crocieristico interrotto e con quello passeggeri verso le isole e il nord Africa notevolmente ridotto, era difficile ipotizzare numeri particolarmente positivi, considerando che da anni l’attività portuale locale si è indirizzata verso questi due settori. Quindi, nell’attesa che l’ufficio competente di Molo Vespucci diffonda ufficialmente i dati, si può facilmente ipotizzare che il secondo trimestre del 2020 sia stato per lo scalo marittimo locale un autentico “bagno di sangue”, con cali generalizzati di tutti i settori che si sono inevitabilmente riflessi anche sull’attività lavorativa. Un’attività lavorativa che solo parzialmente è stata sostenuta dagli interventi governativi in materia di cassa integrazione. C’è anche da dire, a onor del vero, che la situazione sembra essere del tutto cambiata a partire dal mese di luglio. Oltre alla partenza del nuovo traffico delle ecoballe, il comparto delle merci ha fatto registrare incoraggianti segnali di ripresa consolidati anche ad agosto, mentre quello dei passeggeri e dei traghetti è tornato pressoché agli stessi livelli degli scorsi anni. Resta il buco nero del crocierismo che, con un solo attracco settimanale di Msc, è ripreso dopo Ferragosto e che a partire dalla metà di settembre vedrà anche la ripartenza di Costa.