“La pressione mediatica attivata per far posticipare al 2030 la fine del carbone a TVN è vergognosa. Lo è, innanzitutto perché strumentalmente soffia sul fuoco della mancanza dei posti di lavoro che si verrà a creare e sull’esasperazione dei lavoratori posti in cassa integrazione, senza però accennare minimamente alle grosse responsabilità di chi avrebbe dovuto prevenire questa drammatica situazione ed invece non lo ha fatto”. Ad affermarlo sono Rifondazione Comunista e Civitavecchia Popolare in una nota congiunta dedicata sulla questione.
“Sono anni che si sa che al 2025 TVN chiuderà – si legge nel comunicato – e sono anni che stiamo portando progetti alternativi. Uno su tutti l’offshore eolico e il connesso distretto delle rinnovabili, il giusto futuro per Civitavecchia.
Abbiamo portato l’ex Assessora alla Regione Lazio, Roberta Lombardi a Civitavecchia, fatto convegni nella sala dell’Autorità Portuale e assistito a tutte le passarelle che i politici sono venuti a fare. Solo propaganda. Il decreto energia del dicembre 2023, taglia fuori Civitavecchia dai finanziamenti pubblici per i siti luoghi di produzione di energia fossile e li indirizza a Brindisi e Taranto e l’onorevole del territorio, che fa finta di battersi per far riammettere Civitavecchia al bando per ottenere i fondi, sa benissimo che non è più possibile.
I giochetti degli innumerevoli tavoli al MIMIT non hanno prodotto niente. La presa in giro dell’ennesimo Consiglio Comunale aperto, una sorte di “ammuina”, utile solo a fare passerella, ma che nulla ha aggiunto al dibattito, peraltro cristallizzato in un odg ( che nessuno ha avuto il coraggio di leggere in quella sede) votato il giorno prima al sicuro da eventuali proteste.
Hanno stabilito come tempo limite il 28 Aprile p.v. per ricevere eventuali manifestazioni di interesse per le proposte di investimento di progetti alternativi, ma non ne verrà nessuno, eccetto quelli che già si vociferano, ovvero la produzione di idrogeno grigio da bruciamento di rifiuti e l’ipotesi di un impianto di pirolisi da plastica che viene spacciata per verde.
Il tutto contornato da questa campagna indecorosa per posticipare la chiusura del carbone, la montagna che partorisce il topolino già vecchio di settanta anni, gli anni in cui Civitavecchia ha già dato. Espediente estremo per trascinare nel tempo la crisi di un territorio abbandonato a se stesso da Governo, Regione ed Enel.
Il futuro di Civitavecchia deve essere con le rinnovabili. Bene ha fatto l’USB a fare tramite AVS l’interrogazione parlamentare per sapere che fine ha fatto il fondo di sostegno per i lavoratori delle centrali a carbone, tra cui anche Civitavecchia. Vedremo se stavolta gli onorevoli di maggioranza si attiveranno col Governo per ottenere i finanziamenti a favore dei lavoratori a rischio licenziamento.
Bisogna chiedere lo smantellamento degli impianti e bonifica del sito di TVN, adeguati ammortizzatori sociali per i lavoratori e nel frattempo individuare lo spazio da poter adibire a centro di assemblaggio delle pale eoliche. Bisogna creare la vertenza Civitavecchia con chi ha questa visione del futuro della città. La sfida è questa, non il ritorno al passato”.
2 Comments
giovanni
“settanta anni, gli anni in cui Civitavecchia ha già dato” ma qualcuno ha cercato di andare oltre ad ENEL????
La nostra città ha sopravvissuto grazie soprattutto ad ENEL , Italcementi e porto.
I primi due sono Kaput mentre il terzo sopravvive grazie alle navi cariche di turisti.
Con le terme siamo stati presi per i fondelli alla grande e ora dopo una notizia di sopralluoghi non se ne sa più nulla.
L’unica nuova ma relativamente limitata è Tankoa.
“e sono anni che stiamo portando progetti alternativi. Uno su tutti l’offshore eolico ” progetto che non sembra avere un buon futuro e farsi grande per idee di dubbia realizzazione conferma l’inettitudine attuale dei partiti che ci dovrebbero guidare.
Certe cose le ho ripetute più volte e non mi stancherò di farle.
r.sorgenti@tiscali.it
Mantenere in esercizio il moderno impianto di TVN fino al 2030 non è affatto un “ritorno al passato”, ma vorrebbe dire conservare una minima capacità produttiva con un combustibile davvero ragionevole, sostenibile e competitivo.
L’uso del Carbone di qualità, è utile per:
– abbassare il costo dell’elettricità per le attività produttive e civili;
– ridurre il rischio strategico della sicurezza energetica per il Paese che è estremamente elevato e maggiore di qualsiasi altro Paese UE;
– dare un sostegno competitività delle molteplici attività manifatturiere Paese.
Riempire ulteriormente di Pale eoliche , soprattutto a mare per un Paese vocato al turismo come il ns. è una assurdità, oltre al rischio per la sicurezza energetica con Fonti intermittenti e che possono produrre mediamente per meno di un quarto delle ore giorno!
Un serio approfondimento su tutti questi temi è quanto mai opportuno, prima che sia troppo tardi, nell’interesse di tutti, lavoratori in primis.