“Grazie all’utile ed eccellente dibattito sulla Riforma delle Province tenutosi venerdì 30 ottobre presso l’aula della Compagnia Portuale, si sono potuti mettere in rilievo i reali rischi, sia economici che anti democratici, di questa assurda riforma”. Inizia così la nota con cui il Prc – Circolo Massimo Pelosi Civitavecchia commenta l’iniziativa svoltasi la scorsa settimana.
Presenti forze politiche e rappresentanti istituzionali, tra cui Raffaele Tecce, responsabile nazionale del PRC enti locali, Gilberto Gini, RSU dipendenti pubblici Città Metropolitana del sindacato di base USB, Antonio Marini, consigliere comunale PRC nel comune di Tolfa.
“Si è potuto – commenta il Prc – mettere in chiaro che la legge fatta per ” evitare sprechi” tagliando i cosiddetti “costi della politica”, ha in realtà tagliato una spesa totale dello 0,9% tra gettoni consiglieri, stipendi assessori e politici vari. Si ha cosi una diminuzione della spesa capitale del 54% e del 37% di quella corrente, che si traducono però in tagli complessivi per oltre 5 miliardi di euro esclusivamente a discapito dei servizi al cittadino. Un gravissimo attacco alla democrazia si ha inoltre con l’abolizione delle modalità elettive a suffragio universale: con le “elezioni di secondo livello” infatti, saranno i consiglieri e i regionali ad eleggere il Consiglio Metropolitano, composto da 24 membri più il sindaco, quindi formato per i 3/4 da rappresentanti della città di Roma e con in più l’incognita dovuta alle recentissime dimissioni di Marino e dei suoi consiglieri. Facciamo un esempio: il peso di un consigliere di Tolfa è di 94 punti, mentre di quello di un consigliere di Roma è di 674. È lampante la conseguente scarsa importanza e rappresentanza delle periferie. Inoltre, la Conferenza dei Sindaci che comprende 121 Comuni della Provincia, potrà esprimere i propri pareri, ma non saranno vincolanti per il Consiglio Metropolitano, il quale invece, potrà effettivamente intervenire sui piani regolatori delle singole città avendo anche il compito e la possibilità quindi, di legiferare nell’ambito della gestione dei rifiuti ( Malagrotta, Enel, Inceneritore). Verrà in pratica tagliato un ente con funzioni specifiche nella viabilità, nella formazione, nell’edilizia scolastica e nella sanità, un ente utile, essenziale. Contemporaneamente però, ed in barba agli oltre 900 dipendenti pronti alla mobilità i quali, lo ricordiamo, già costretti a lavorare in una situazione a dir poco imbarazzante, vengono tranquillamente stanziati ben 260 milioni di euro per il grattacielo della nuova sede della Città Metropolitana all’Eur. Questa riforma è, in conclusione, una mostruosità sotto ogni aspetto: non elimina costi se non quelli a favore dei servizi al cittadino; non è in alcun modo giudicabile da voto popolare, ed è, nel nostro specifico, troppo “romanocentrica” dipendente cioè ad essa. Rifondazione Comunista quindi al termine di questo dibattito, si estromette da l’inutile diatriba ” o con Viterbo, o con Roma”, in quanto le uniche prospettive che vengono a delinearsi sono quelle di rimanere in un’ Area Metropolitana senza voce in capitolo, risultando utili solo alla riscossione della tassa aeroportuale sul traffico croceristico, due euro a passeggero che, oltretutto, non andranno alla nostra città, o quella di aderire ad una qualsiasi Provincia, le quali sono di fatto divenute enti svuotati dalle proprie funzioni, senza fondi e senza programmazione, destinate quindi, al declino. Queste le problematiche questioni messe in luce nel dibattito anche grazie agli interventi di Gino De Paolis, ex consigliere della provincia di Roma ed attuale consigliere regionale; Maurizio Puppi, portavoce del comitato Sud Etruria dell’Altra Europa; Massimo Mazzarini, segretario IDV; Loredana Fraleone, federazione PRC Viterbo”.