L’Unione Sindacale di Base di Civitavecchia, in solidarietà con la causa del popolo palestinese, parteciperà alla manifestazione indetta per domani alle ore 18.00, davanti al Teatro Traiano.
“Noi condanniamo tutti gli attacchi contro i civili – affermano dal sindacato – inclusi quelli avviati da Hamas dal 7 ottobre scorso che tanti morti hanno provocato tra i cittadini israeliani, persone comuni prive di ogni responsabilità.
Ma come ha correttamente affermato il segretario generale dell’ONU, Guterres, scatenando reazioni isteriche, tutti sanno che questi attacchi non nascono dal nulla: perché storicamente e senza alcun dubbio c’è un aggredito, il popolo palestinese, e c’è un aggressore, lo stato di Israele.
Uno stato che in questi giorni sta compiendo un autentico massacro nella striscia di Gaza, dove oltre due milioni di esseri umani, dopo aver subito il taglio di luce, acqua, carburante ed essere stati costretti a lasciare le proprie case, sono quotidianamente sottoposti a continue incursioni aeree e bombardamenti che colpiscono ospedali, abitazioni civili, scuole, chiese, moschee. La spietata contabilità dei morti ci parla ad oggi di circa 5.800 vittime cadute sotto gli attacchi israeliani, di cui 2.360 minori. Più di 17 mila i feriti.
Tutto il mondo ha compreso che la causa palestinese è stata deliberatamente incanalata in un vicolo cieco, senza soluzioni.
Perché se si tenta la via del dialogo, come sta cercando di fare da anni l’Autorità palestinese, allora Israele ne approfitta occupando nuovi territori, sostenendo con i propri militari le violenze dei coloni in Cisgiordania (80 palestinesi uccisi solo nelle ultime due settimane), rafforzando l’apartheid e negando alle comunità palestinesi i più elementari diritti. Ossia imponendo una condizione di fatto a suo esclusivo vantaggio.
Se invece si prova la via della resistenza e delle armi, allora Israele ne trae la legittimazione per rispondere con tutta la forza di cui dispone, puntando a un obiettivo ormai lampante: quello di alimentare la spirale di violenza e giustificare quindi uno stato di guerra permanente, così da spingere alla diaspora un intero popolo e di porre fine ad ogni speranza di convivenza pacifica. Una condizione che tanto più si farà concreta con l’entrata a Gaza dell’esercito israeliano e la carneficina che inevitabilmente ne seguirà. Del resto, come ha dichiarato Nitzan Horowitz, ex ministro della Salute israeliano, “la politica di Netanyahu è esplicitamente stata quella di rafforzare Hamas”.
E tutto ciò nel complice silenzio della comunità internazionale, di quelli che sono per l’autodeterminazione dei popoli solo quando fa comodo, o di chi magari da posizioni di governo seguita a ripetere ipocritamente una formula di pace fin troppo abusata: ossia quella dei “due popoli, due stati”, un’idea non a caso irrealizzata ormai da 60 anni e che neppure sfiora le menti delle élite politiche occidentali.
Chiediamo quindi l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la fine dell’assedio a Gaza, e soprattutto chiediamo che l’Italia, nel rispetto della costituzione, si adoperi per sviluppare una incisiva iniziativa diplomatica tesa a fermare tutte le azioni di attacco e occupazione israeliane nei territori palestinesi, nonché a garantire l’apertura di corridoi umanitari per la salvezza dei tanti cittadini inermi.
Non può esserci pace sotto occupazione e con il sangue che scorre. Fermare il genocidio. Palestina libera”.